Un napoletano a Milano. Mimmo Jodice presenta la sua prima personale a Vistamarestudio (foto). Open City/Open Work s’inaugura lunedì 9 settembre, dalle 19 alle 21. Il percorso, curato da Douglas Fogle, traccia un collegamento fra i primi esperimenti di Mimmo Jodice con la fotografia negli anni ’60 e le prime incursioni nella sua Napoli.
Il suo mestiere, come sottolinea lui stesso, non è fotografare, ma vedere. E più che un fotografo è un visionario: lo spiega bene nel testo critico il curatore statunitense. «Jodice ha trascorso buona parte degli ultimi sessant’anni utilizzando la macchina fotografica per guardare il mondo da molteplici e diverse prospettive. I suoi primissimi esperimenti risalgono agli anni Sessanta e rivelano un’attrazione rivoluzionaria per l’aspetto materico della fotografia – le proprietà quasi alchemiche della carta fotografica, le soluzioni reagenti, l’ingranditore e tutta l’attrezzatura della camera oscura. Infatti, le sue prime immagini non sono altro che sperimentazioni, volte a creare quello che, nel 1962, Umberto Eco definì “Opera aperta”, piuttosto che convenzionali riproduzioni documentaristiche del mondo».
Nato e cresciuto nel quartiere più popoloso e popolare di Napoli, la Sanità, che dette u natali anche a Totò, principe del sorriso, Jodice si è formato da autodidatta, sperimentando tutte le possibilità che gli offriva il linguaggio fotografico, affermandosi anche sul piano internazionale.
Tra le sue importanti mostre, quella al Louvre di Parigi nel 2011. E a lui, ex scugnizzo che si arrampicava ai tram per scorrazzare tra le strade della città, la Federico ll di Napoli e l’università svizzera italiana hanno conferito la laurea honoris causa in Architettura, il ministero della cultura francese l’onoreficenza chevalier de l’ordre des arts et des lettres.
Mimmo Jodice: Open City/Open Work dal 9 settembre al 9 novembre
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