La ferita brucia ancora. Malgrado la mano tesa di Papa Francesco che chiede perdono per le colpe dei cattolici. Un atto di umilt e coscienza cui la chiesa valdese replica con fierezza “Non possiamo perdonare al posto di coloro che hanno pagato con il sangue la loro testimonianza evangelica”. A riportare alla luce alcune pagine tragiche di una vera e propria strage è un giovane studioso italiano, Vincenzo Tedesco, nel libro “Storia dei Valdesi in Calabria. Tra basso Medioevo e prima et moderna” pubblicato con la casa editrice calabrese Rubettino (pp.118, euro 12, foto). Nel 1561 oltre duemila valdesi che vivevano pacificamente in Calabria dal XIV secolo la notte del 5 giugno vennero torturati e uccisi. Fu la “San Bartolomeo italiana”, secondo qualcuno, riferendosi alla storia la strage compiuta nella notte tra il 23 ed il 24 agosto1572 dalla fazione cattolica ai danni degli ugonotti a Parigi .
Nella piccola cittadina fortificata valdese di Guardia Piemontese, in provincia di Cosenza, in quella drammatica notte, con l’inganno si insinuarono le truppe del feudatario Salvatore Spinelli il quale convinse i guardioli ad aprire le porte del paese per far entrare 50 soldati, fatti passare per prigionieri e scortati da altrettanti militari, con la scusa che costoro dovevano essere rinchiusi nelle carceri. Di notte i soldati uscirono dalla prigione e aprirono la porta principale di La Guardia, facendo entrare gli altri che attendevano fuori dalle mura. Quella porta fu chiamata da allora Porta del Sangue perch secondo i racconti dei sopravvissuti il sangue scorreva come un fiume.
Un’analisi storica che ripercorre le origini della comunit e il suo consolidamento nella regione del Sud d’Italia, cercando di analizzare le circostanze di un massacro. Introducono il lavoro scritti di Marina Montesano, storica e docente alle Universit di Messina e “Vita e Salute – San Raffaele” di Milano e del predicatore valdese Eduardo Zumpano.