Nel Porto di Napoli deve essere sancito il divieto assoluto di accesso, transito e sosta di natanti a propulsione nucleare o che abbiano a bordo armi nucleari.E’ quanto ha sancito la Giunta de Magistris con apposita delibera.
Nell’importante infrastruttura sostano con sempre maggiore frequenza mezzi navali basati su tecnologia nucleare (portaerei militari con armi nucleari a bordo e sottomarini a propulsione nucleare). Napoli, quindi, e la sua area metropolitana, per l’alta densit demografica non può minimamente essere esposta al rischio di una possibile emergenza radiologica.
Sin dal 2002 palazzo san Giacomo ha aderito al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace. Con questa scelta Napoli si conferma “Citt di pace”, in ossequio al referendum che espresse chiaramente il “NO” al nucleare in Italia nel 1987.
Un anno dopo il più grave incidente nucleare mai verificatosi in una centrale nucleare, gli italiani espressero un largo NO all’uso di tale tecnologia; 70 italiani su 100 espressero inequivocabilmente il loro giudizio.
Spiega Il sindaco «La Giunta comunale di Napoli ha scelto di rinnovare il suo impegno con la partecipazione ed il suo sostegno concreto a diverse campagne internazionali per il riconoscimento del diritto umano alla pace, riaffermando il ruolo di Napoli “Citt di pace” a vocazione mediterranea e solidaristica, rispettosa dei diritti fondamentali di ciascuno, convinto che il disarmo, lo sviluppo umano e la cooperazione internazionale sono indispensabili per affrontare l’attuale crisi economica nel rispetto dei principi della giustizia sociale e dell’interdipendenza e indivisibilit di tutti i diritti umani economici, civili, politici e culturali».
Hanno espresso il loro gradimento all’iniziativa alcune associazioni ambientaliste fra cui i V.A.S. (Verdi Ambiente e Societ Onlus) e il Comitato Pace, Disarmo e Smilitarizzazione del Territorio Campania che da anni risultano impegnati nella promozione di una cultura di pace e non violenza nel nostro territorio. Le stesse storicamente avanzano proposte di disarmo dell’economia e delle citt sedi di basi militari che inducono ad una nuova forma di militarizzazione che riduce gli spazi di democrazia.