"Ma me lo mandi o no questo articolo?". “S, va bene” rispondo e mi sento in colpa, sono in ritardo di settimane. Impegni personali, le feste, la chiusura dei musei….pigrizia. Ma ora devo e voglio consegnare questa recensione della mostra al più presto. Telefono al Museo Nitsch. Ha riaperto. Mi precipito. Fuori casa mi accorgo che piove. Se torno indietro perdo altro tempo. gi  tardi.
Arrivo al Museo che sono gi  le diciotto. Dovrebbe chiudere tra mezz’ora (ma poi mi tratterrò più di un’ora). indecente dedicare cos poco tempo a una mostra, penso, è una mancanza di rispetto verso Domenico Mennillo, l’artista che vi ha lavorato e verso la curatrice Raffaella Morra. La quale però è l, gentile e disponibile, che mi fa da guida. Entriamo in sale spoglie e grigie, scavate nella roccia. Infatti il museo, che in passato è stato una centrale elettrica, ha una singolare struttura tufacea, affondata com’è tra le case del centro storico napoletano.
La prima sala che visitiamo, più lunga che larga, ha, accostati al muro, una fila di banchi scolastici. Durante la performance, che si è svolta la sera dell’inaugurazione della mostra, mi spiega Raffaella, che poi me ne far  vedere il filmato, questi banchi erano occupati da studenti, dell’Accademia e dell’Universit  Suor Orsola Benincasa. Gli studenti avevano davanti, sui banchi, cartelle della tombola stile anni Cinquanta, con i loro numeretti di legno, che mettevano poi, o fingevano di mettere, al loro posto.

Andiamo avanti e vediamo un magnetofono anni Cinquanta in una sala
e, in un’altra sala, un apparecchio atto a dare quei colori arancio e rosso propri delle vecchie riprese superotto suggeriscono suoni e colori di un tempo. Poi, in una vetrina, vediamo tante fotografie di una donna che, con il suo tipo fisico, con il vestito e l’acconciatura, ci parla ancora di quegli anni. In un’altra vetrina, invece, ci sono dei camici. “Sono di canapa – mi spiega Raffaella- e vogliono ricordare le coltivazioni di canapa che c’erano dalle nostre parti” e mi viene il ricordo dell’odore forte della canapa al macero quando, negli anni ’60, si passava sull’autostrada dalle parti di Caserta.
Poi, su un tavolo, vediamo tanti taccuini, libri contabili, con file e file di cifre, numeri, numeri come quelli della tombola, ma che stavolta non sono l per gioco ma raccontano, con il dare e l’avere, fatti veri della vita di persone che ora non ci sono più. Come il nonno di Domenico Mennillo. Sono stati, quei libri, redatti da lui.
Mi viene in mente una visita all’Archivio storico del Banco di Napoli a palazzo Ricca. Archivi, collezioni… e Raffaella indugia a spiegarmi il loro valore nella conservazione del passato. Un passato che è nostro. In certo qual modo sembra strano che una giovane come lei senta cos profondamene l’importanza delle cose antiche. Una giovane che è immersa nella contemporaneit  e cura appunto l’arte che vi si produce. Una giovane che certo ama le performance, le installazioni, le provocazioni e che, compiaciuta, mi mostra, di Domenico Mennillo, alcune "provocazioni" alla Duchamp.
Per di più dai suoi discorsi mi sembra, potrei sbagliarmi, che lei aderisca alle idee di Fluxus e di quei filoni filosofici che attualizzano Husserl e la sua fenomenologia. D’altronde sono state volute dalla Fondazione Morra "Le sette stagioni dello spirito" di Gian Maria Tosatti, installazioni in edifici dismessi, dove si sentiva la presenza degli assenti, i fantasmi del tempo passato. E mi viene da ricordare i commenti di Raffaella sull’Albero della Cuccagna di Maurizio Elettrico, che prendeva molto del suo carattere barocco, oltre che da Italo Calvino, dalle mura di sant’Elmo, l’antico castello cinquecentesco voluto dal vicer don Pedro de Toledo.

La mostra rester  aperta fino al 22 gennaio.
Ma si potr  conoscere Domenico Mennillo e comprendere meglio la sua arte, marted 12 gennaio (ore 18,30), quando, al museo Nitsch, l’artista parteciper  al convegno La Rvolte contre la Posie, insieme a Ian Chambers, Alessandra Cianelli, Beatrice Ferrara, Mauro Giancaspro e Tiziana Terranova.

Museo Nitsch – Fondazione Morra
WLK Wunder_Litterature_Kammer è l’ultima sezione del progetto installativo-perfomativo denominato Abrègè d’Histoire Figurative di Domenico Mennillo
Fino al 22 gennaio
dal luned al venerd dalle ore 10.00 alle ore 19.00
sabato dalle ore 10.00 alle ore 14.00

Vico Lungo Pontecorvo 29/d 80135 Napoli
Tel. 081 5641655
Fax. 081 5641494
www.fondazionemorra.org

Nelle foto di B. Ippolito, l’opening della mostra

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