L’Accademia di Belle Arti di Napoli, attraverso una solida rete di collaborazioni con istituzioni pubbliche e private, agisce sul territorio promuovendo progetti destinati a una incidenza sullo spazio urbano e creando relazioni di natura estetica e creativa. Tra questi, il “muro parlante”, curato da Rino Squillante, titolare dell’insegnamento di pittura per la didattica all’Accademia di Belle Arti di Napoli, è frutto di una collaborazione tra l’Accademia napoletana e il 48 Circolo didattico di Napoli, situato nel quartiere Barra.
Gli studenti della Scuola di didattica dell’arte dell’Accademia hanno svolto, con circa 700 scolari e per un anno, attivit laboratoriali espressivo/pittoriche incentrate sul tema del rapporto tra i bambini e il territorio nel quale vivono e sviluppano relazioni. I disegni dei bambini, prodotti nei laboratori, sono stati utilizzati come bozzetti per il murales di 125 metri realizzato sul muro perimetrale esterno della scuola e a cui i bambini hanno lavorato dal 11 al 14 novembre scorso.
Il muro dipinto esprime il desiderio dei bambini di manifestarsi in un territorio fatto a misura di adulto – dove il concetto di spazio pubblico a volte è lontano dalle idee di appartenenza -, in luoghi dove le relazioni sono difficili e lo sviluppo dei minori spesso avviene nell’isolamento e in territori di periferia in cui negli ultimi 30 anni sono repentinamente mutate le condizioni sociali, culturali ed economiche. Il muro parlante, pertanto, amplifica la voce dell’infanzia attraverso l’espressione artistica e la bellezza che veicola le coscienze.
Tra i progetti realizzati dal corso di nuove Tecnologie dell’arte dell’Accademia napoletana, il Festival del bacio costituisce l’esemplificazione di una modalit di lavoro che prevede la centralit del laboratorio e la partecipazione collettiva e relazionale dell’artista. Dopo le prime due edizioni organizzate a Sant’Agata dei Goti dal marzo 2014 il Festival si svolge a Napoli, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, agendo come un vero e proprio contenitore creativo in cui il flusso artistico collettivo e plurale si esprime per realizzare, attraverso la partecipazione attiva del territorio, una “scultura antropologica relazionale”.
L’opera d’arte, intesa, dunque, come processo, viene attivata dai dispositivi estetici aggreganti, tra cui le installazioni disseminate sul territorio,che si innescano attraverso l’azione/relazione di più persone. La scorsa edizione, svoltasi nel centro storico, ha coinvolto oltre 400 esercizi commerciali e ha consentito la disseminazione, anche attraverso i canali social, del segno #cuoredinapoli, che nella sua forma scultorea, monumentale e pulsante, ha trovato temporanea sistemazione sulla torretta della Stazione Marittima. Con la prossima edizione, prevista per marzo 2016, il format del Festival continuer a proporre un’idea dell’arte che evidenzi la necessit di una soluzione artistica che sottolinei il valore dell’opera come processo e non come prodotto.
*Docente Teoria delle Arti Multimediali
**Coordinatore della Scuola di Pittura – Docente di Pittura