Le autobiografie della Grande Guerra. La scrittura del ricordo e della lontananza. Le propone nel suo libro edito da Sef Valeria Giannantonio (docente di Letteratura Italiana e di Critica dantesca presso all’Università D’Annunzio di Chieti) martedì 21 gennaio (ore 16.39) alla Bilbioteca nazionale di Napoli Con l’autrice ne parleranno Pasquale Guaranella, Simone Magherini e Donatella Trotta.
La prima guerra mondiale, scoppiata a conclusione del Risorgimento italiano, si configurò come lo sbocco di sedimentazioni ideologiche radicatesi negli anni anteriori. Il volume intende mettere a fuoco il punto di vista narrativo , e poco esplorato dalla critica, di alcuni più noti letterati e intellettuali come Gadda, Pastorino, D’Annunzio, Palazzeschi, Fenoglio, Prezzolini, o meno noti, come Scarpa, Monelli, Frescura, Stanghellini, Scortecci.
Una ricostruzione dall’interno dei sentimenti, degli stati d’animo, delle reazioni psicologiche degli scrittori che non solo aderirono al fronte (foto) degli interventisti o dei pacifisti, ma che con le loro opere,aventi tutte un valore di denuncia storica, diedero voce alle atroci aberrazioni fisiche, mentali,psicologiche di quella che fu considerata una vittoria offuscata da centinaia di migliaia di morti e feriti.
Gli interventi critici contenuti in taccuini, diari di guerra, romanzi scritti dal fronte, o dopo il rientro in patria, evidenziano non solo la rivolta contro un presente, che aveva oltrepassato ogni misura umana, ma anche il ritorno dei soldati dal fronte, in condizioni fisiche disastrose, vittime anche della cattiva accoglienza dei loro stessi concittadini, che spesso ne demistificarono e depotenziarono l’eroismo bellico.