Si può innovare senza stravolgimenti e senza estremismi lo ha dimostrato Lorenzo Amato, regista della “Norma” in scena al San Carlo. Altrettanto calibrate le scene di Ezio Fregerio, belli i costumi di Franca Squarciapino, nel solco della generale sobriet dell’allestimento. Il dramma cresce sempre più in tensione emotiva, da un atto all’altro, anche grazie alle luci di Vincenzo Raponi.
Queste cronache si riferiscono a una replica del 28 febbraio, con un cast secondario, che poco ha in comune con quello delle prime sere, a giudicare dagli echi recepiti.
Abbiamo assistito a un’esecuzione tutto sommato debole di “Casta diva”, la celebre cabaletta del primo atto, che ha strappato applausi, ma senza eccessivo entusiasmo. Lontani ricordi richiamano alla mente la magistrale lettura di Caball; Daniela Schillaci ha dato il meglio di s nei momenti successivi dell’opera. Stephan Pop, Pollione convincente, ha esibito una perfetta intonazione e una presenza scenica fuori del comune. Meno brillante la performance di Anna Goryachova, spesso incomprensibile, ma immedesimata nel ruolo. Bravi anche Giacomo Prestia (Oroveso), Clarissa Costanzo (Clotilde) e Francesco Pittari (Flavio).
Il fiore all’occhiello di questo allestimento è il direttore d’orchestra, Nello Santi capacit di dialogo con gli orchestrali anche con lievi cenni, dominio della partitura, guida sapiente delle voci e riduzione di evidenti scompensi tra le parti. Il coro, ben guidato da Faelli, completa un cast dignitoso.
Fino al 1 marzo
Per saperne di più
www.teatrosancarlo.it
Nella foto di Francesco Squeglia, una scena di "Norma"