Lo scenario è quello suggestivo del Nuovo Teatro Sanit (piazzetta San Vincenzo 1, Rione Sanit – Napoli). Uno degli altari della Chiesa della settecentesca chiesa dell’Immacolata e San Vincenzo far da sfondo allo spettacolo La terza comunione di Mario Gelardi, con Carlo Caracciolo, Luigi Credendino e Ciro Pellegrino, per la regia dello stesso Gelardi. Un ritorno a grande richiesta, venerd 25 marzo alle 21. Solo 35 spettatori potranno assistere alla messinscena che recupera artisticamente l’uso e la funzione originaria della struttura.
La terza comunione descrive un mondo che forse resiste solo nei ricordi dei nostri genitori o di noi da bambini e, come relitto di un’umanit superata, forse in qualche paese del profondo Sud. Si tratta della voce ancestrale di quella comunit di donne che una volta affollava le chiese. Unite come un solo popolo, una sola entit , il gruppo di donne che dicevano il rosario, come una nenia cantilenante o che cantavano le canzoni sacre, è un’immagine indelebile nella memoria di ognuno. Ed è un’immagine che resiste al tempo, basta gettare uno sguardo distratto tra i banchi di una chiesa prima che cominci qualsiasi celebrazione.
Spiega l’autore «Ho creato una storia decisamente sopra le righe, paradossale l’impossibilit di una bambina di ricevere la prima comunione, la sua difficolt ad ingoiare l’ostia, il corpo sacro di Cristo viene rigettato dal corpo altrettanto sacro di un’anima candida e innocente».
Attorno a questa vicenda si crea un mondo fatto di voci, di pettegolezzi, di frasi masticate e non dette, di parole sputate di nascosto, che determiner lo svolgersi della trama la parola si fa azione come nella preghiera e la visione di chi assiste alla celebrazione del sacramento, si amplifica. Le parole diventano preghiera che uccide.
Visto il limitato numero di posti, è indispensabile la prenotazione al 3396666426
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Nella foto, un momento dello spettacolo