Una bambola è una riproduzione di un essere umano (adulto o bambino), di una forma umanoide, di un animale o di un personaggio d’immaginazione (come uno gnomo o una fata), generalmente realizzato in plastica o stoffa, ma anche in legno, porcellana e cera.Alcune bambole sono veri e propri giocattoli per i bambini, ma altre hanno scopo decorativo o da collezione e hanno anche significati culturali, utilizzate in cerimonie o rituali come una rappresentazione fisica della divinit .
Gli scavi archeologici possono dirci che le bambole sono il giocattolo più antico ritrovato finora, infatti ne sono state rinvenute alcune nelle tombe egizie, risalenti circa al 2000 a.C.Alla fine del XIX secolo si diffusero le bambole con la testa in porcellana, di cui uno dei principali produttori anche per altre fabbriche fu la Armand di Marsiglia. Gli abiti e gli ornamenti riproducevano quelli delle classi agiate, ed erano di qualit abbastanza elevata.In Italia furono famose quelle in panno lenci prodotte dal 1929 dalla ditta Lenci di Torino, oggi oggetto di collezionismo. La Val Gardena era famosa nell’800 per le bambole di legno scolpite e tornite prodotte a milioni ed esportate in tutta Europa ed America.
Con la manifestazione intitolata “IL teatro delle bambole” nel foyer del teatro San Carlo di Napoli fino al 30 aprile 2016 le bambole restaurate dagli allievi dell’Accademia di belle arti di Napoli, potranno essere ammirate in tutta la loro bellezza.Le bambole provengono tutte dal Museo del giocattolo dell’Universit Suor Orsola Benincasa, un’istituzione accademica di Napoli specializzata nelle scienze umane, costituitasi nel 1895, con sede nel complesso monastico voluto da suor Orsola Benincasa. Sede dell’Universit degli Studi Suor Orsola Benincasa è la cittadella monastica posta alle pendici del colle Sant’Elmo che domina l’intera citt e il golfo di Napoli. Questo antico sito conventuale ricopre una superficie di 33.000 m su cui sorgono otto corpi di fabbrica di cui due chiese, chiostri e giardini pensili, vestigia di due monasteri fondati tra il XVI e il XVII secolo dalla mistica napoletana all’epoca della Controriforma.
Orsola Benincasa fu un personaggio particolarmente significativo nel panorama religioso della Napoli controriformata, in quanto espressione di una religiosit militante e tendenzialmente autonoma che la Chiesa istituzionale riusc col tempo a ricondurre entro i limiti della rigida obbedienza all’autorit ecclesiastica, trasformando il libero ritiro della Benincasa e dei suoi parenti in una Congregazione di natura laicale.
Come è gi stato citato, il restauro delle bambole è stato affidato agli allievi dell’Accademia di belle arti di Napoli, la cui sede è ubicata nel quartiere San Lorenzo, è un’istituzione per l’alta formazione artistica.Nata come "Reale accademia di disegno", si tratta di una delle più antiche accademie europee che ha visto il passaggio di numerosi pittori divenendo cos punto di riferimento della pittura napoletana dell’Ottocento.
L’esposizione delle bambole, si terr all’interno del Teatro San Carlo.Il Teatro di San Carlo, è un teatro lirico di Napoli, nonch uno dei più famosi e prestigiosi al mondo. il più antico teatro d’opera in Europa e del mondo ancora attivo, Essendo stato fondato nel 1737, nonch uno dei più capienti teatri all’italiana della penisola. Può ospitare 1386 spettatori e conta un’ampia platea (222823 m), cinque ordini di palchi disposti a ferro di cavallo più un ampio palco reale, un loggione ed un palcoscenico (3433 m). Data le sue dimensioni, struttura e antichit è stato modello per i successivi teatri d’Europa.Affacciato sull’omonima via e, lateralmente, su piazza Trieste e Trento, il teatro, in linea con le altre grandi opere architettoniche del periodo, quali le grandi regge borboniche, fu il simbolo di una Napoli che rimarcava il suo status di grande capitale europea.
All’interno del teatro le bambole hanno trovato la loro collocazione in alcune teche di vetro collocate nel foyer, un locale, adiacente alla sala teatrale , dove gli spettatori hanno la possibilit di intrattenersi prima e dopo lo spettacolo e durante le pause.I foyer, spesso vicini o parte integrante di bar o punti ricreativi, all’interno o subito adiacenti ai teatri, sono diventati veri e propri "luoghi di incontro culturale".La scelta di collocare di questi preziosi oggetti ludici appartenenti al passato, nel foyer del teatro non poteva essere migliore.
La prima rappresentazione che lo spettatore incontra entrando nell’ampia sala decorata con specchi, divani e tavoli in legno con pianali di marmo è questa bambola enorme, alta circa 100/120 cm dalle fattezze regali, sembrerebbe rappresentare una bambina appartenete alla nobilt alla fine del 1700, la bambola sembrerebbe essere stata costruita con legno per la testa e mani, e indossa un abito molto lavorato, presumo sia stato cucito a mano. A prima vista non sembrerebbe affatto un giocattolo, bens una riproduzione in scala o addirittura reale di una bambina di quel periodo storico, probabilmente sar stata la figlia di un nobile o di una persona molto importante.
A seguire ci sono diverse bambole costruite con i materiali più disparati, legno, stoffa, panno Lenci, porcellana fino ad arrivare alle bambole degli anni ’50 realizzate in materiali plastici, che non hanno affatto il fascino di preziose sculture realizzate interamente a mano dagli artigiani locali.Basti osservare i dettagli di ogni singola creazione, abiti, accessori, capelli, trucco, scarpe, strumenti musicali e accessori vari, tutto interamente costruito a mano, senza l’ausilio di alcun macchinario. Questo rende cosi speciali queste bambole, alcune di loro hanno espressioni cosi vere e naturali che sembrano addirittura dei piccoli esseri umani, riproduzioni fedeli in tutto e per tutto, mentre le moderne bambole hanno un espressione totalmente artificiale e aliena da non sembrare, nemmeno umana.
Per saperne di più
Teatro di San Carlo
via San Carlo, 98/F – 80132 Napoli
Biglietteria Teatro di San Carlo
tel +39 081 7972331 – 412 -468
@ biglietteria@teatrosancarlo.it
Nelle foto di Raffaele Di Costanzo, alcune delle bambole in esposizione