Palli e Bocci sono due fantasmi che intrecciano un fitto dialogo. Malgrado i nomi sbarazzini, le loro ombre trasudano arte e storia. Palli è una stella dell’universo pittorico napoletano e internazionale dell’Ottocento, ovvero Filippo Palizzi. L’altro, Umberto Boccioni, ha attraversato la fine del diciannovesimo secolo e l’inizio del ventesimo da astro futurista della pittura e scultura italiane. Parlano di cose serie, della civilt di Napoli, dalla Grecia antica fino all’alba di questo terzo millennio. A costruire i loro discorsi è la penna colta ma leggera della docente Clorinda Irace, affiancata dalla collega Cinzia Ortolani. Il tutto impreziosito dalla musica, dal secondo secolo avanti Cristo a quella dei nostri giorni. Cos il dirigente scolastico Giuseppe Lattanzi annuncia il prossimo spettacolo del liceo artistico (il Boccioni-Palizzi) che guida da quattro anni. Sar una rappresentazione variegata- promette- che armonizza arti differenti, passando anche per la grafica e la porter con la sua “squadra” in giro per i luoghi napoletani che vorranno accoglierla.
Musicista e direttore di un coro polifonico capace, nel tempo, di aggregare i giovani ma anche i talenti esterni alla scuola, Lattanzi, oltre ad aver insegnato per anni la materia in cui si è laureato, lingua e letteratura inglese (con un debole per il tedesco), lavora per dar corpo, dalla fusione delle due strutture avvenuta nel 2012, all’energia di squadra distribuita su due poli, tra via Terracina a Fuorigrotta e piazzetta Salazar nel cuore storico cittadino, che ha ultimamente prodotto un nuovo indirizzo, quello della danza e della musica. Un universo variegato di insegnanti e studenti che si è presentato alla citt in una recente mostra (Giovani creativi) colorata da una brillante fantasia, capace di attenuare l’aria funesta, seppur suggestiva, delle (ex) carceri di Castel dell’Ovo. Dalla fotografia alla scultura, da abiti e piccole borse ai gioielli in argento, anche con pietre in ceramica, che hanno attirato l’attenzione di molti turisti di passaggio all’esposizione, tanto da spingerli ad acquistarli, delusi poi nell’apprendere che non erano in vendita. Una vetrina importante che ha sottolineato quanto i laboratori scolastici possano arricchire e stimolare la mente delle nuove generazioni.
Nella citt , ma anche dentro la scuola. Si sperimenta la cultura attraverso il dialogo con il territorio. Sviluppando l’operazione creativit tra le pareti stesse dell’istituzione con incontri d’arte protagonisti, gli autori contemporanei che dialogano con il pubblico, accompagnati da un progetto di Lattanzi ideato con il soprano Cinzia Rizzone (che insegna canto al liceo musicale), un viaggio tra le note del Rinascimento, attraversando paesi diversi, dall’Inghilterra alla Spagna, senza trascurare Napoli e l’Italia. Un assaggio dell’originalit partenopea lo ha dato, con il primo di questi rendez-vous, la scultrice Rosa Panaro, signora della cartapesta che forgia come in trance, con un occhio alla realt , spinta dall’impulso delle emozioni il risultato è un universo grottesco, ironico e artisticamente ecosostenibile dove si erge, maestosa, la donna. Una conversazione nell’onda finale accarezzata dal canto delle lavandaie, irruzione nel Duecento del duo Lattanzi/Rizzone, omaggio a Napoli. Dapprima canto d’amore, infine metafora della protesta contro lo straniero invasore.
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Nelle foto di Libero De Cunzo, la mostra "Giovani creativi" che si è svolta nelle ex carceri di Castel dell’Ovo nella seconda in basso, da sinistra, Giuseppe Lattanzi con il sindaco de Magistris. Nell’ultima immagine, il dirigente scolastico durante l’incontro a piazzetta Salazar dedicato all’artista Rosa Panaro (sullo sfondo), occasione per presentare uno stralcio del progetto musicale realizzato con Cinzia Rizzone, dedicato alla musica del Rinascimento europeo