Antonio Conte è andato mercoledì scorso al Museo archeologico nazionale di Napoli per l’inaugurazione della mostra Be that woman di Donatella Donatelli, curata da Chiara Reale e ce ne offre un assaggio emozionale. Il Mann, come gli altri musei italiani, sarà chiuso fino al 3 aprile per contrastare il contagio del COVID-19. Ma virtualmente resterà aperto attraverso i social https://www.facebook.com/MANNapoli/  https://twitter.com/mannapoli e la sua tv https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/.

Qui sopra, da sinistra, Chiara Reale, Donatella Donatelli e il direttore del Mann, Paolo Giulierini. In alto, l'installazione
Qui sopra, un momento dell’inaugurazione: da sinistra,  Chiara Reale, Donatella Donatelli e il direttore del Mann, Paolo Giulierini. In alto, l’installazione

Grazie alla fotografa Donatella Donatelli e alla sua curatrice Chiara Reale nelle sale del Mann non si sente più la mancanza in questi giorni della Venere Callipigia perché troviamo al suo posto una nuova mitologia contemporanea. Una visione moderna della donna attraverso una rilettura in chiave del tutto personale di figure cha appartengono al nostro immaginario collettivo. Personaggi impressi nella nostra memoria e nei nostri ricordi come può essere Betty  Boop o la piccola Little Miss America, simboli femminile dolci e allo stesso tempo forti come la Medusa, qui anche manifesto di tutta la mostra.
Le opere della fotografa napoletana si inseriscono nella sala delle Veneri con disinvoltura, come se fossero nate per essere sempre state tra le statue greco romane, avvicinando il passato al presente azzerando le differenze.
Dodici fotografie vanno a formare un’unica installazione che sembra davvero prendere il posto della famosa statua. Donatella, musa tra le muse, gioca con l’universo femminile e con l’aiuto di donne dal volto sconosciuto al grande pubblico, ma che fanno parte del vissuto e del quotidiano dell’artista, reinterpreta icone del cinema e della mitologia classica e non solo.
Dalle Americhe al Giappone, dalla geisha alla donna liberiana, dal velo islamico alla corona della regina d’Inghilterra, l’artista si muove tra varie culture e visioni della donna. Con ironia e sperimentazione gioca con i colori sgargianti dei vestiti e del trucco di queste splendide e nuove modelle ricercando la bellezza della donna comune, come nel volto di Liliana Rosetta, truccatrice delle modelle e dea bendata nel progetto.
Quelle di Donatella sono regine e guerriere che possiamo incontrare nel nostro quotidiano, sono la donna che amiamo e che ci sorride durante una passeggiata in riva al mare, l’amica che affronta quotidianamente discriminazioni e pregiudizi. Sono persone.
Un universo artistico che omaggia la semplicità e la leggerezza dell’essere femmina in un mondo altro che ci propina un’immagine della donna stereotipata e a dir poco superata, lontana da noi.
L’artista è da sempre attenta al mondo della diversità e a quello femminile: le donne di Donatella sono un esempio di tolleranza e diversità, inclusione e partecipazione. E in un mese di marzo considerato il mese della donna per eccellenza la mostra di Donatella non può fare altro che mettere tutti d’accordo sulla sua importanza nella nostra società.
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