Ci eravamo tanto amati, ma poi ci eravamo persi di vista. E’ il caso di dirlo a proposito della collezione di arte contemporanea del Museo di Capodimonte. Tutto è cominciato nel 1978, quando, all’epoca della soprintendenza dell’autorevole Raffaello Causa, arrivò il grande cretto nero donato da Alberto Burri, il grande artista di Citt di Castello. Cretto, ovvero spaccatura, fenditura, effetto dell’energia sulla materia. Poi ci fu il Vesuvio di Andy Warhol che a Napoli era di casa in quegli anni, ospite della galleria di Lucio Amelio. E ancora, con il giro di mostre curate dagli Incontri internazionali di Graziella Buontempo (alla cui memoria sono adesso dedicate alcune sale), il cerchio si allargò. Includendo opere di Gino De Dominicis, Mario Merz , Carlo Alfano. Sol LeWitt, Luciano Fabro … L’abbraccio dell’antico con il contemporaneo era diventato fortissimo. Unico esempio italiano.
Ed è proprio per questo che il direttore francese Svain Bellenger che di Napoli è davvero innamorato, nell’operazione di rilancio del “suo” museo, ha pensato bene di dare nuova linfa agli spazi che lo ospitano.
Dal prossimo 14 luglio avranno, infatti, le oepre contemporanee avranno nuova visibilit , dalle 8.30 alle 19.30 «Cos- sottolinea- Bellenger il Museo prosegue nella sua opera che mette al centro della sua politica il pubblico e la didattica. Ritengo la sezione del contemporaneo una parte strutturale e fondamentale del museo, in dialogo con le altre opere presenti e il parco. Presto ci saranno altre importanti novit che intendono dare di Capodimonte un’immagine globale del museo e del parco, nonch della storia dell’arte, in un costante e proficuo rapporto che va al di l delle epoche e dei contesti cos come è, e deve essere, lo stesso concetto di Arte».
E per prepararsi alla nuova ondata di visitatori, con la nuova artecard (che include anche Caserta), Capodimonte contemporaneo si è rifatto il look, ridando anche nuovo splendore ad alcuni dei lavori esposti , come a " Indizi-opera in situ", 1987-1997 di Daniel Buren. Mentre è in arrivo un prestito Io e Zeus (1963) di Cy Twombly (courtesy Galerie Karsten Greve Ag). Intanto, si preparano i festeggiamenti proprio nel giorno della fte nationale franaise, dalle 18. E, come ormai da mesi, i musicisti del conservatorio di San Pietro a Majella saranno magnifici protagonisti, con un concerto inaugurale. Capolavori di ieri e oggi celebrati dal talento. Che a Napoli è inesauribile.
Per saperne di più
www.museocapodimonte.beniculturali.it
In foto, il Vesuvio di Warhol