Napoli vive un momento magico. Una congiunzione astrale favorevole, forse, che la sta ponendo finalmente al centro del mondo. Appannata da camorra, illegalit , scippi e rapine, la citt , pur nelle contraddizioni infinite, è rimasta imbrigliata a lungo nei clich mediatici nazionali, dipinta come metropoli dal volto oscuro, ricettacolo di malviventi, di nullafacenti che amano vivere a scrocco, sulle spalle del Nord. Oppure, in qualche sussulto di orgoglio, è stata strumentalizzata dall’aspirante re di turno come culla di un rinascimento utile, in realt , solo a nutrire interessi personali. Oggi, invece, dopo la riorganizzazione del ministero dei beni culturali, sotto il Vesuvio, in una terra fertile di talenti, idee, impegno, a dispetto di tutti i luoghi comuni ben congegnati, sono arrivati due super direttori, il toscano Paolo Giulierini e il francese Svain Bellenger, per due gemme museali, l’Archeologico (che dal 15 luglio mette online il nuovo sito) e Capodimonte. Innamorati della citt , orgogliosi del proprio ruolo, la stanno rilanciando nel circuito internazionale, restituendola dapprima ai napoletani.
E questa luce di fierezza si leggeva negli occhi di Giulierini, durante la recente mattinata di presentazione del megatour dedicato a Pompei negli Stati Uniti, da novembre 2016 a maggio 2018. Una scintilla di felicit saltellava nel suo sguardo mentre annunciava che, con opere provenienti dai depositi si riuscir a organizzare questa mostra itinerante (Pompeii. The Exhibitioncon tappe a Kansas, Phoenix,Tampa) perch nessuno degli oggetti nascosti nei caveau sono di seconda fascia, ma appartengono tutti alla serie A. E questo ha tenuto a precisarlo- può farlo solo Napoli con un museo che riesce davvero a vivere autonomamente attraverso i suoi visitatori, sensibilmente aumentati negli ultimi mesi. Complici anche quelle sere in giardino, in compagnia di bei concerti che, a cittadini e turisti, offrono pure la possibilit di dare una sbirciatina notturna ai capolavori in mostra e alle esposizioni che li completano, in un bel dialogo tra ieri e oggi. Mentre nel prossimo orizzonte (di ottobre) c’è la firma di un protocollo d’intesa con l’Hermitage di san Pietroburgo.
Napoli intercontinentale, grazie all’Archeologico. Lo testimonia quel grande pannello, accanto alla biglietteria, che come un Risiko indica i (numerosi) luoghi dove ha esportato temporaneamente i suoi gioielli. E accanto c’è un passaporto digitale, ovvero un filmato, che racconta l’identit dell’oggetto e dove si trova attualmente. Dalla Danimarca, a Cina, Giappone e Brasile, oltre che in altre sei sedi italiane, brillano le sue opere, senza impoverire le sale permanenti.
Ancora Stati Uniti. Dopo l’accordo firmato a maggio con il Getty Museum di Malibù per il restauro del cratere di Altamura, il progetto “Pompeii. The exibition” (ma il Mann- pecisa ancora Giulierini – non è solo Pompei, molte sono le iniziative da sviluppare all’estero, per rafforzare la fisionomia di una struttura che vanta, tra l’altro, una magnifica collezione della Magna Grecia) proporr un percorso emozionale. Sar un viaggio indietro nel tempo, come sottolinea Troy Collins, esponente della Exhibitions International, societ americana che la produce- a quella mattina che sta per assegnare ai suoi abitanti un destino di lava. Sar una passeggiata tra gli antichi residenti e con loro il pubblico scoprir la vita dell’epoca. Istanti di normalit , prima della tragedia. Fino a sperimentare dal vivo l’eruzione. Muovendosi, infine, tra i calchi in gesso dei corpi, suggello di un dramma.
E per la prima volta saranno visibili affreschi e sculture dalla Domus del Citarista. Grazie all’Archeologico di Napoli. Che ha contato anche sull’appoggio del Rotary Club Napoli per realizzare la mappa mondiale che cattura lo sguardo nell’atrio. Una sponsorizzazione che rientra nella strategia culturale del Rotary, attento a valorizzare il territorio e a promuovere, dovunque, la vera immagine di Napoli.
Per saperne di più
cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale
In foto, alcuni degli oggetti che saranno esposti nella mostra e il pannello che si può osservare nell’atrio con le iniziative del Mann nel mondo