«Ha lasciato la vita terrena il maestro Aldo Masullo, al quale recentemente abbiamo anche conferito la cittadinanza onoraria di Napoli. Uno dei più grandi filosofi del secondo novecento, di altissimo profilo etico, di profondo rigore intellettuale, ricordiamo le sue lucide analisi politiche sino ai giorni scorsi. Un faro per tanti, un solidissimo punto di riferimento della cultura partenopea. Ai familiari ed ai suoi cari il cordoglio mio personale, dell’amministrazione e della città di Napoli ». Così il sindaco de Magistris ricorda il pensatore avellinese appena scomparso all’età di 97 anni compiuti a Pasqua.
Docente di Filosofia morale all’Università Federico II (aula gremita durante le sue lezioni), deputato comunista negli anni Settanta e senatore negli anni Novanta con Progressisti e Ds; fu infine radicale. Direttore del dipartimento di filosofia, socio dell’Accademia Pontaniana e presidente della Fondazione Vico, fino all’ultimo ha espresso chiari pensieri con quella lucidità e profondità che ha sempre caratterizzato i suoi discorsi, diretti e senza distorsioni.
A Repubblica Napoli che lo ha intervistato durante l’emergenza sanitaria rispondeva: «Il mio stato d’animo? Sto lavorando, scrivo, cerco di essere il più tranquillo possibile. Forse per me è più facile che per altri. Vivo da tempo più isolato, una specie di anticamera a questa strana quiete che ci circonda, con le strade deserte fuori».
Ma avvertiva, con la sua abituale capacità di analizzare nel dettaglio tutte le parole utilizzate, di non chiamarla guerra. «In primo luogo per l’effetto devastante della guerra, quello di coinvolgere milioni di persone, che vedono nell’altro il nemico. Poi perché le macerie, quelle materiali, sono altra cosa. È però vero che il post-virus potrà essere come la fuoriuscita dalla guerra».
La sua mente non lo ha tradito nemmeno alla fine della sua vita e, in questi tempi in cui banalizzazione e qualunquismo sono in agguato dovunque, ci mancherà più che mai.
