Cos inizia l’epopea degli operai Fiat. Che inscenarono una protesta con un manichino con una corda al collo e con la scritta “Mi ammazzo, perdonatemi per tutti quegli operai che si sono suicidati”. Il manichino rappresentava l’amministratore delegato Sergio Marchionne , cinque operai furono licenziati, fecero ricorso ma… il tribunale di Nola lo ha respinto.
La messa in scena scatur dalle tragica morte di un’operaia in cassintegrazione, Maria Baratto, che si era tolta la vita nella sua casa di Acerra. E non solo, ma anche per lo status attuale dei lavoratori. Il giudice ha ritenuto illegittimo il comportamento si legge nella sentenza «hanno leso l’immagine della societ e del suo a.d. nei confronti dei dipendenti ». E, ancora, si sottolinea «un grave nocumento morale idoneo a ledere in modo irreversibile il vincolo fiduciario tra le parti del rapporto di lavoro».
L’appello si terr luned 20 settembre, presso il tribunale del lavoro di Napoli per il reintegro dei cinque operai. Il giudice ha inoltre dichiarato che «accogliendo come legittime questo tipo di proteste si potrebbe correre il rischio di tornare ad un clima da anni di piombo».
Questo non deve succedere, tutto deve essere fatto in un clima di pace, ma il diritto all’espressione, alla satira e, specialmente, il diritto al lavoro va rispettato. I giovani di oggi devono prendere coscienza che protestare per il rispetto del lavoratore è un diritto sacrosanto, acquisito con le lotte di classe, cortei, manifestazioni… Questi diritti saranno il loro futuro. Su questa strada cammina il Marcello Colasurdo che ironizza «Meglio ‘na tammurriata ca ‘n’ ‘a guerra». Il musicista sar in piazza Municipio alle 19.30, domenica 18 settembre, insieme ad altri protagonisti dello spettacolo e delal cultura (a dare la loro adesione, tra gli altri, Ciccio Merolla, Maurizio Capone, Ascanio Celestini, Moni Ovadia, Erri de Luca, Daniele Sepe) con “Musica a sostegno dei 5 licenziati Fiat” per sensibilizzare le coscienze dei "padroni”"delle istituzioni. La manifestazione avr uno slogan pacifista “I musicisti indipendenti del collettivo insorgenza musica in difesa dei diritto alla libert di satira e dei diritti del lavoratore”.
Commenta ancora Colasurdo «Sicuramente non dobbiamo ritornare agli anni 70, anni in cui le manifestazioni diventavano violente, ma è anche vero che bisogna dare voce alla dignit del lavoratore, troppi stanno pagando sulla loro pelle la crisi, vedendosi decurtare gli stipendi mentre il futuro sia sempre più instabile. Noi vogliamo dare forza con la nostra musica alle loro ragioni in quella che è una guerra per la sopravvivenza».
Usa toni pagati, l’artista che ha un passato da operaio e conosce bene quella realt , ma nel suo sguardo si leggono tristezza e autentica solidariet , quella che deve portarci tutti in piazza, senza bandiere di partito. Siamo sicuri che i giudici rivedranno in appello il loro parere, con la loro sensibilit di uomini e la loro coscienza di padre di famiglia.
In foto, Marcello Colasurdo