Ercolano. Una storia antiracket. È il libro di Nino Daniele, Antonio Di Florio, Tano Grasso edito da Guida, che affronta la realtà cominciando da un racconto: la liberazione di una città (foto) dalla camorra e dal racket negli anni tra il 2005/2010.
Sarà presentato domani, domenica 31 maggio, alle 17,30 con una diretta sulle pagine Facebook di Guida Editori e Radio Siani, a cura della redazione di Radio Siani ( radio della legalità),
Con gli autori, partecipano: gli scrittori Maurizio De Giovanni e Viola Ardone, il magistrato Pierpaolo Filippelli e il commissario azionale antiracket Annapaola Porzio.
Interverrà Andrea Sannino che dà voce al brano musicale ” Pe’ l’età’ che tengo” ispirato alla esperienza di quegli anni e divenuta inno dell’associazione antiracket Fai-Ercolano.
Tra il 2005 e il 2010, Ercolano era una città sconvolta da una scia di delitti e sangue per una faida tra clan, tra le più feroci che si ricordino in Campania. Poi, la svolta, resa concreta dai processi che hanno prodotto arresti e condanne per centinaia di boss e gregari tra cui 44 ergastoli già passati in giudicato.
Si parla spesso della vicenda di Ercolano che resta, tuttavia, poco conosciuta nei suoi passaggi. E, invece, potrebbe diventare un modello di metodo per arrivare agli stessi risultati in altri luoghi sopraffatti dalla criminalità organizzata.
Da questa esigenza nasce il testo per mostrare che non si è trattato di un fatto eccezionale o irripetibile perché determinato dal caso. Ma da una strategia consapevole generata da un patrimonio di esperienza italiana trentennale di lotta alle mafie.
“La mafia è un fenomeno umano e come tutti i fenomeni umani ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine”, diceva Giovanni Falcone, il magistrato che ne fu vittima con la moglie Francesca Morvillo e gli agenti della scorta nella strage di Capaci avvenuta 28 anni fa.
Mafia e camorra sono figlie di tante persone che in quanto persone possono essere sconfitte e fermate nella loro corsa di distruzione dove dominano, tra l’altro, usura e pizzo. Parlarne in un momento storico come questo, in cui il Covid ha bloccato l’economia dando una mano a mafia e camorra che tentano di fare acquisti tra le aziende soffocate dalla crisi finanziaria, è non solo importante ma anche doveroso. Per ribadire la necessità di far loro la guerra, annientandole. Offrendo ai giovani opportunità di lavoro e futuro.
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