Napoli tra Francia e Teheran. L’istituto Grenoble di Napoli da molti anni svolge una fondamentale opera divulgativa delle tradizioni culturali dei paesi di lingua francese, attraverso seminari, convegni, proiezioni e attivit didattiche.
Il programma del mese di dicembre per la sezione mediateca prevede una serie di incontri e proiezioni sul tema del rapporto tra la citt di Parigi e l’immigrazione proveniente dai paesi africani, inoltre sar riproposto, a circa un anno dalla sua uscita nelle sale cinematografiche italiane, il film d’animazione “Persepolis”, che tanto successo ha riscosso tra la critica e il pubblico in tutto il mondo.
“Afrique sur Seine chacun son Paris” è il titolo del programma di incontri e proiezioni a cura di Paola Sodo, con due appuntamenti oggi (gioved 4) e 11 dicembre nella sezione mediateca dell’istituto alle ore 17. Oggi saranno presentati tre cortometraggi “Les princes noirs de Saint-German des près”, diretto nel 1975 dal regista senegalese Ben Diogaye Boye, in cui si narra dei dragueur francesi del quartiere latino alla conquista di donne bianche in cerca di emozioni esotiche; “Paris c’est joli”, diretto nel 1974 da Inoussa Ousseini, racconto del primo approccio alla Francia di un uomo proveniente dalla Costa d’Avorio e delle sue disavventure; “Quais de Seine”, diretto da Gurinder Chada, episodio del film collettivo “Paris, je t’aime” presentato nella sezione “un certain regard” del festival di Cannes nel 2006 e composto da diciotto episodi sul tema dell’amore, ambientati ognuno in un diverso quartiere di Parigi. L’episodio racconta di un ragazzo che, in compagnia di amici, tenta di abbordare sul lungo Senna le ragazze di passaggio e rimane affascinato da una giovane musulmana. Il programma di gioved 11 dicembre prevede altre tre proiezioni “Premier noel”, diretto nel 1999 da Kamel Cherif, cortometraggio ambientato nella Parigi degli anni settanta per narrare la difficile integrazione di un bambino tunisino e la sua curiosit per la figura di Babbo Natale; “Place des fetes”, episodio tratto da “Paris, je t’aime” e diretto da Oliver Schmitz, storia di un immigrato africano soccorso da una giovane donna di colore dopo un’aggressione; alcuni estratti dal film documentario “Chronique d’un et”, diretto nel 1961 da Jean Rouch con la collaborazione del sociologo Edgar Morin. Un’opera che sanc la definitiva affermazione del “cinma vrit” il racconto delle vite di un gruppo di giovani parigini mentre si combatte la guerra d’Algeria. Nel corso del film Rouch e Morin interagiscono direttamente con i protagonisti, interrogandoli su temi personali e svelandone le varie personalit . La macchina da presa di Rouch documenta la realt quotidiana con uno stile basato sull’improvvisazione e l’abolizione del montaggio tradizionale la verit scaturisce dalla finzione cinematografica.
Domani (venerd 5 dicembre) alle ore 18 nella sala “Dumas” dell’istituto sar proiettato “Persepolis”, in lingua originale con sottotitoli in francese. La proiezione gratuita è riservata agli studenti del Grenoble e agli abbonati della biblioteca. Il film d’animazione è tratto dai quattro volumi della graphic novel di Marjane Satrapi, ex illustratrice di libri per bambini arrivata al successo internazionale con questo fumetto, ed è diretto dalla stessa autrice e da Vincent Paronnaud. Il film ha vinto il premio della giuria al festival di Cannes 2007 ed è stato candidato agli oscar 2008 come miglior lungometraggio d’animazione.
In questa opera coraggiosa e ironica, un autentico gioiello d’animazione caratterizzato da uno stile astratto e poetico, Satrapi racconta la storia della sua vita di giovane donna in fuga dal regime oppressivo iraniano e dall’integralismo islamico. Il film approfondisce temi politici e sociali (la crisi mediorientale, la condizione della donna) e propone con semplicit e immediatezza una rappresentazione acuta della vita iraniana degli ultimi trent’anni, dalla rivoluzione khomeinista a oggi.
Info Istituto Grenoble, via Francesco Crispi n. 86, Napoli.
Telefono 081.669665www.france-napoli.it
Nella foto in alto, Marjane Satrapi. In basso, due fotogrammi di "Persepolis"