Un’idea nuova, un’iniziativa coraggiosa e controcorrente allestire una mostra in un caffè di Ottaviano, portare l’arte laddove non arriva quasi mai, senza cercare la grande sede di prestigio nel cuore della citt , ma piuttosto con l’obiettivo di portare la cultura tra la gente. E’ questa l’idea di Monna Lisa Salvati, curatrice della mostra di Raffaella Simone dal titolo “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale…”, ospitata da sabato 20 dicembre, al Gran Caffè Raia di Ottaviano. Dieci dipinti su carta a tecnica mista in cui l’artista mescola e sovrappone carte di diverso spessore e grana, tessuti sfilacciati e pigmenti in polvere. Il titolo è tratto da una poesia di Eugenio Montale, che non è l’unica la scrittura poetica è infatti il fil rouge di tutta la mostra.
“Ho selezionato e scelto versi di poesie e citazioni di autori che hanno trattato il tema dell’amore spiega Simone – Shakespeare, Baudelaire, Rimbaud, Whitman, Prevert, Garcia Lorca, Woolf, Alda Merini… poeti che in diverse epoche e con diverse modalit , ma con simile ed intensissimo potere evocativo hanno trattato questo tema. Trascrivo i versi su piccoli frammenti di carta, come appunti o ricordi e utilizzo pagine di libri strappati, simili a preziosi reperti, inserendoli nel disegno o nel dipinto, che raffigura corpi di donne e uomini, particolari caratterizzati da una forte carica sensuale”.
La curatrice Monna Lisa Salvati è la coordinatrice per la Campania dell’Associazione Studio7, con sede a Rieti, che ha lo scopo di creare un rete tra le regioni per promuovere artisti, emergenti e non, attraverso l’Italia “In sostanza spiega mi chiamano se cercano una location nella mia regione e viceversa io chiamo loro se voglio portare un artista campano oltre il mio territorio”.
Un meccanismo semplice ma razionale ed efficiente, generoso e di ampie vedute perch la promozione di una citt  passa attraverso l’arte ed attraverso l’apertura nei confronti della creativit .
Mentre le istituzioni e le grandi gallerie dimenticano i piccoli centri campani, proprio qui cresce la curiosit , il desiderio di alternative di spessore alla cultura televisiva mancano i cinema e mancano le sedi espositive, abbondano invece i grandi centri commerciali in cui crescono generazioni che sentono l’arte come lontana, inconsistente, incomprensibile.
“Non è la prima volta che scelgo una sede di questo tipo aggiunge Salvati – la verit  è che c’è una forte ricerca di contenuti ma spesso chi abita in piccoli centri, un po’ abbandonati da tutti, non sa come muoversi. La risposta è sempre positiva , il pubblico ha sete di arte, vuole conoscerla e sperimentarla”. E se un territorio è stato privo di colture per lungo tempo, diventa per questo più fertile non ci sono pregiudizi e aspettative, ma solo occhi ingenui che si meravigliano di fronte all’opera, non c’è il vernissage mondano a cui farsi vedere, ma solo un caffè in cui sedersi e farsi trasportare dall’arte tutt’intorno.

Nelle foto, due lavori di Raffaella Simone

Raffaella Simone “Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale…”
Dal 20 dicembre al 20 gennaio
Gran Caffè Raia
Via Roma 8, Ottaviano (Na)

per saperne di più
www.associazionestudio7.it

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