GENNARO
La sua vita galleggia nei pensieri, sospesa nel tempo. Inalando ancora l’ossigeno dell’amore di Amara. Racconta, svelandosi lentamente, Gennaro Esposito, pompiere volontario e docente al liceo di Fuie (poco lontano da Parigi). Nato (oltre quarant’anni prima) da uno “schizzo di lava partenopea” quando pap douard, francovesuviano, spinto dall’esigenza di avere un erede, dopo la morte degli altri figli, mette incinta la moglie lionese (quasi cinquantenne) Marie-Nolle Dmester, cattolica fervente. Il nome lo decide il caso che gli fa vedere le prime luci del mondo la mattina di una giornata speciale per i napoletani il 19 settembre, festa del patrono, autore del miracolo tanto atteso, la liquefazione del sangue custodito in ampolla, nel Duomo affollato da fedeli. Brividi d’immagini dal nuovo romanzo di Jean-Nol Schifano, pubblicato in Francia, all’alba del 2009, dall’editore Fayard (La femme-fontaine, pagine 289, euro 18,90).
Nostalgia e tenerezza custodiscono reminiscenze da bambino Gennaro, d’inverno, in pigiama, nella casa di tre piani sulla Fausse Rivière, solo con la madre che indossa ancora la camicia da notte. Momento della colazione; è affascinato dalle figure che popolano, su una parete, la riproduzione d’un quadro celebre. Ancora non ne conosce il titolo (“Sette opere di Misericordia” dipinto a Napoli, all’inizio del ‘600, dal geniale ribelle Caravaggio), ma come sempre sta per chiederle di quei personaggi una testa maschile con la barba bianca che succhia dal seno di una donna, una madre che vola sulle alidei suoi due figli, un gruppo di uomini… per strada… di notte. Lei si gira di colpo, lo urta con la natica sinistra, facendogli perdere l’equilibrio in una bacinella d’acqua bollente… Dolore, grida, lacrime, urla materne… L’incidente genera la paura adulta delle piscine e del mare…
Scivolano, le visioni, in flessuose onde di parole e frasi, cullando le emozioni di chi legge, vicinissime ai primi turbamenti erotici di quel ragazzino nascosto con una bimba della stessa et (sei/sette anni) in un vecchio mulino abbandonato, sotto la minaccia di un temporale ” Ginocchia contro ginocchia… Col batticuore, schiudo le labbra del suo sesso e accarezzo un filetto verderame annidato nella parte superiore delle grandi labbra, cos dolce al mio dito e al mio limpido ricordo… Lei si offre. Fa pip, mi bagna la mano…”. L’infanzia si dissolve nella maturit di un presente “infernale”, incalzato dall’ombra del rimorso…
AMARA
Diciottenne, assetata di affetto, amicizia e comprensione. Sguardo impaurito alla ricerca di tenerezza, mente insaziabile di conoscenza (ha letto tutti i libri della biblioteca comunale), incredibile memoria, Amara prende forma tra i frammenti del passato con la sua inesauribile sensualit , la “pelle bianca come una colata di latte”, colomba in un mondo di serpenti “… La rivedo ora come una serie di ex voto carnali…”.
Il primo incontro (indiretto) con Gennaro, nella caserma dei pompieri; lavora in una scuola, lei aiuta le altre due maestre, e accompagna i piccoli alunni alla scoperta di uomini dediti alla comunit , che salvano la vita delle persone liberandosi dai loro impegni di lavoro ( come macellai, autisti di taxi, cuochi…). Lo aspetta l’indomani quando smonta dal turno. Erano giorni che l’osservava, abitando nei dintorni con la nonna…
” Ti desidero, ho sete del tuo sperma ti amo… Lulu (è cos che lei chiama, di quando in quando, il suo sesso) attende impaziente i tuoi omaggi amore mio!… Tu sei il mio unico amore…”. Gennaro rivive, tra flash, l’intensit della storia, navigando sull’eco dei messaggini di Amara. Non si nascondono. Tutto il centro di soccorso sa del loro legame “… Allora Esposito, è più facile o è meglio con una demente?”.
Ogni tanto lei sparisce. Non la vede da un po’; sul telefonino cerca traccia dei suoi sms, quando sente la voce di un collega “Gennaro… Sali, c’è una sorpresa per te!…”. Amara lo attende immobile e bagnata in una sala dove sono anche gli altri. La prende per mano, attraversano un piccolo corridoio, s’infilano nella rimessa (dei veicoli)…”Quella sera avrei fatto l’amore anche circondato dalle fiamme…”. Si risveglia; Amara dorme appiattita su di lui; la voce di Jean-Matthieu ” Posso? Tu permetti?”. Chiude la porta, in slip. Occhi aperti, Amara affonda in silenzio il viso nel collo di Gennaro che le sussurra nell’orecchio “Vuoi?”. Singhiozza ” Se tu vuoi, ma sei tu a dirigere, a controllare, voglio che tu goda dentro di me, ti voglio subito dopo… Non voglio sapere chi è…”. E insieme scoprono che appartiene a una minoranza femminile dotata di una piccola prostata, capace di emettere un liquido inodore (fluido come l’acqua) in orgasmo.
Femme-fontaine, donna fontana. Fragile e insicura. Diventa oggetto di gioco. A Jean- Matthieu si associa la compagnia di volontari che ne ingabbia, cos, sensibilit , intelligenza e potenza sessuale. Finiscono sotto processo, esposti al giudizio pubblico e ai benpensanti “Violontari 6 « o è è á « s pt L libri n e d d d ”, titola un quotidiano nazionale, riferendo le “turpitudini”in caserma. Ma i 14 mila abitanti di Fuie alzano le spalle e li assolvono queste cose esistono solo sui giornali. Paga solo Amara, che scompare in manicomio. Lei, una povera deficiente… Ritardata mentale…
“Eversivo” Schifano; trasgressivo, libero, caustico; denuda l’ipocrisia e il perbenismo di una societ crudele con la bellezza di un potente canto d’amore umano. Mai udito in letteratura.
Jean-Nol Schifano
La femme-fontaine (La donna fontana)
Fayard – pagine 304- euro 18,90
Nella foto, Jean-Nol Schifano