Dover leggere racconti di autori diversi ci spinge ad immedesimarci in moduli narrativi di volta in volta differenti. “Viva Salgari”, titolo della prima edizione del concorso di scrittura creativa “ScrivEremo”, si presenta come la tavolozza di un pittore che ama mischiare molti colori e, inevitabilmente, qualche colore non incontra i nostri gusti altri invece s, eccome…
Il concorso letterario aveva come obbiettivo il rinnovare l’attenzione su l’Eremo di San Vitaliano (un’antica chiesa con romitorio da poco restaurata a Casola), tema molto caro al parroco di Casola, don Valentino Picazio che, con l’aiuto di Luigi Ferraiuolo, ne ha curato quest’edizione. Il volume, edito da Guida (pag. 2358,00 euro), presenta all’attenzione del lettore un casertano dimenticato e alieno alle comuni definizioni in stile gomorra. Tema centrale e filo conduttore di tutti i racconti, o quasi, è il suddetto eremo o il personaggio mitico che lo ha reso celebre San Vitaliano. La fantasia creativa degli scrittori, vecchi e nuovi, si è concentrato su questi temi alcuni sono riusciti a trattare con personalit sufficiente i temi, calandoli a perfezione in un contesto narrativo autonomo altri, purtroppo, si sono invischiati in una narrazione dai toni liturgici o che sfociava in un saggio breve di archeologia trasformando uno spunto o il punto finale di una narrazione in un “discorso-prigione”.
Tra le narrazioni che riescono a svincolarsene il racconto, lungo in confronto agli altri, di Nautica Strever, vincitrice del “sezione giovani”. La giovanissima scrittrice, diciassettenne all’epoca del concorso, in un’atmosfera magica riesce a costruire una storia snella e ben architettata. I luoghi sacri di San Vitaliano si trasformano in luoghi senza tempo dominati da un alone mistico. Segno di una maturit non pienamente raggiunta, ma del tutto giustificabile, è l’uso di una punteggiatura poco appropriata e qualche ripetizione di troppo.
Altro racconto degno di nota, non a caso vincitore del primo premio, è “Cose di famiglia” di Laura Bugno. Con un protagonista estraneo all’ambiente campano, uno Yankee, che torna a Casola in cerca delle sue origini. Un racconto gradevole, con tempi ben dettati e piacevoli sorprese narrative come il momentaneo salto nel passato che stupisce contemporaneamente il protagonista e il lettore. Eccetto una piccola imprecisione iniziale circa le origini del protagonista il breve racconto riesce a dominare l’argomento senza caderne vittima, difetto ritrovato in molti altri luoghi dell’antologia.
Il desiderio di visitare questi luoghi è diventato difficilmente arginabile quindi l’obbiettivo preposto è stato raggiunto a tutti gli effetti. Aspettando una nuova edizione ci chiediamo quali altre storie ci riserver questo magico eremo?
Nella foto, la copertina dell’antologia