Il Museo archeologico nazionale di Napoli va alla 77ma mostra del cinema di Venezia che si svolgerà dal 2 al 23 settembre. Con il documentario Agalma scritto e diretto da Doriana Monaco con le voci di Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni. L’opera è stata selezionata per le giornate degli autori.
Il film è dedicato alla quotidianità e alle attività all’interno di uno dei musei archeologici più importanti del mondo. Un racconto intimo in cui le opere d’arte si rivelano come materia viva, in un luogo dove l’umanità che ha creato un patrimonio inestimabile incontra l’umanità impegnata giorno per giorno a preservarlo.
Prodotto da Antonella Di Nocera (Parallelo 41 Produzioni) e Lorenzo Cioffi (Ladoc) con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli guidato da Paolo Giulierini, produzione esecutiva di Lorenzo Cioffi e Armando Andria, con il contributo di Regione Campania e la collaborazione di Film Commission Regione Campania, sviluppato in FilmaP- Atelier di cinema del reale, Agalma è un documentario unico, nato dalla creatività di un gruppo di giovani e appassionati talenti campani.
In squadra con la regista, i fonici Filippo Puglia e Rosalia Cecere, il compositore Adriano Tenore, gli aiuti regia Marie Audiffren ed Ennio Donato e al montaggio il lavoro di Enrica Gatto e della colorist Simona Infante.
Spiega Giulierini: «Agalma (dal greco “statua”, “immagine”) coglie la bellezza del Museo non solo nell’evidenza dei suoi incantevoli tesori di arte classica, ma anche nelle relazioni intime e invisibili che si realizzano al suo interno: il rapporto segreto e sempre nuovo che nasce tra i visitatori e le meraviglie dell’antichità greco-romana, il respiro appassionato di chi pianifica ogni giorno la vita del museo. Le opere che vivono e vibrano da secoli sono monitorate come corpi viventi. Tutto ciò accade mentre giungono visitatori da ogni parte del mondo, popolando le numerose sale espositive sotto l’occhio apparentemente impassibile delle opere che sono protagoniste e spettatrici a loro volta del grande lavorio umano. Tutto fa emergere il museo come grande organismo produttivo, che rivela la sua natura di cantiere materiale e intellettuale».
Foto di scena di Angelo Antolino
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