Quando in maniera un po’ retorica diciamo che i giovani sono il futuro della societ forse semplicemente rinviamo ad un tempo indefinito la possibilit del cambiamento. E’ infatti necessario ragionare sui giovani, sulla loro educazione e sulla loro formazione nel tempo presente se vogliamo affrontare i nodi irrisolti della nostra realt . Isaia Sales in più di un articolo negli ultimi tempi con lucidit ha messo al centro del possibile riscatto della nostra Regione e della nostra Citt il tema dell’investimento strutturale in scuola e istruzione.
Condivido pienamente la sua analisi-proposta a partire dalle criticit del sistema dell’istruzione pubblica in Campania quali l’edilizia scolastica, gli alti tassi di dispersione, gli standard d’apprendimento insufficienti e le difficolt di un’offerta formativa a volte non al passo con i tempi ,poco legata al mondo del lavoro e non inclusiva delle diversit e delle differenze. Ma a partire soprattutto dal potenziale di opportunit enorme della “regione più giovane d’Italia”. I giovani, dunque, possono essere una risorsa straordinaria per Napoli e la Campania. La scuola può e deve diventare l’architrave della nuova questione meridionale.
Legalit , integrazione, civilt , speranza sono valori e precondizioni dello sviluppo che devono essere alimentati da un sistema dell’istruzione forte, credibile e partecipato. Sapere, conoscenza, coraggio di intrapresa sono le parole chiave perch si possano ridurre i gap e avere una chance in più per competere sullo scenario globale. Ma come si realizza un sistema dell’istruzione avanzato, di qualit e inclusivo su cui edificare una societ aperta, giusta e civile? Ecco io non credo più da tempo ormai nella mia esperienza di insegnante, sindacalista e poi amministratrice, all’eroismo salvifico di pochi pur sapendo perfettamente cosa sia la scuola di frontiera e di resistenza e quanto la scuola napoletana sia stata straordinaria nel supplire a carenze strutturali. Non credo più alla scuola che dall’interno risolve tutto o che dall’esterno sia responsabile di tutto.
Penso invece che non sia giusto “scaricare” tutte le responsabilit della crisi di sistema sulla scuola e che la scuola non può però essere un corpo avulso da un progetto politico e istituzionale di cambiamento. Credo quindi alla programmazione, alla condivisione delle scelte, agli investimenti forti e duraturi, alla capacit di amministrare nel tempo e con continuit processi e percorsi. Decidiamo con forza, quindi, come propone Sales di investire larga parte del Fondo Sociale Europeo in scuola di qualit per tutti coinvolgendo studenti, docenti e operatori nelle scelte per un vero e proprio piano Marshall della scuola in Campania ma dotiamoci di sguardo lungo e di una classe dirigente diffusa capace di realizzare concretamente il cambiamento.
*assessore alle politiche scolastiche della Provincia di Napoli
Nella foto, il liceo Genovesi di Napoli