Tre storie di donne geograficamente lontane, ma unite dall’universalit  di un dramma antico ed attuale; tre romanzi in un unico libro PAdreassentePAdrepadrino PAdrepadrone, di Pina Lamberti Sorrentino (Kairòs Edizioni, pagg. 192,Є 14,00). Il volume appartiene alla collana Sherazade dedicata alla narrativa. Attraverso la vita di Enrika, Santa e Marianeve si analizza la negativit  di alcuni rapporti paterni La narrazione si snoda in un crescendo di situazioni dolorose in cui le donne sono soffocate dal potere maschile. Le tre protagoniste sono le rappresentazioni del passaggio dalla libert  alla segregazione, ci dalla vita alla morte. Enrika è danese, aspetta un bambino dal suo amore italiano, ma, quando lo rivela al suo compagno, lui la abbandona lasciandole nel cuore i segni della sua estraneit  e inadempienza. Il suo rifiuto per quella paternit  è drastico: «L’Europa è cos piccola, ma Italia e Danimarca non si toccano […] . Non tornerò più in Danimarca [… ] ». Enrika, come una nordica Filumena Maturano, affronta con coraggio la maternit . E il primo è il romanzo della vita. Santa, giovane siciliana, è tutta per il suo padre padrino, è solo, diciamo: “uno strumento dinastico”. Lui la obbliga a sposare un boss d’oltreoceano. Santa, novella Isotta, ama il suo Tristano e il loro amore superer  la morte. E qui la morte diventa vita nuova e vera. Il terzo ritratto femminile è Marianeve, che vive segregata. Nina Lamberti Sorrentino, scrittrice e poetessa di straordinaria sensibilit , ha saputo creare una totale empatia con le protagoniste del libro. L’autrice ha sottolineato che il romanzo è sulla schiavitù delle donne e sulla prepotenza degli uomini; non è un’istanza femminista quella che anima le sue pagine, è bens spirito di solidariet , bisogno di giustizia, perch nelle ingiustizie non c’è distinzione di sesso o di colore, sono ingiustizie e basta. Dalle pagine del romanzo irrompe un assordante grido di libert  di tutte le donne libere, simboleggiato dalla chioma della ragazza disegnata in copertina da Rosario Lamberti: gabbiani in volo, al posto dei capelli.

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