Inafferrabile, la fortuna in mostra a Gibellina (TP). Sabato 13 giugno (ore 18,30) alla Fondazione Orestiadi si inaugura “Transiti”, esposizione di Pietro Loffredo e Rita Ernst, a cura di Fabio De Chirico. Gli artisti presentano le opere realizzate a Tunisi nel palazzo Dar Bach Hamba, sede africana della Fondazione Orestiadi di Ghibellina. Mentre l’artista svizzera ha concentrato il lavoro sui moduli adoperati dai ceramisti tunisini, a confronto con la produzione siciliana; Loffredo ha mescolato il portafortuna napoletano/italiano (il cornetto) con quello tunisino (la coda di pesce).
” l’ultima tappa di un lavoro durato tre anni” spiega Pietro Loffredo e anticipa: “Il ciclo “Transiti” si conclude. A settembre sarò a Malta, dove porterò una serie di lavori che ho dipinto in 25 anni e realizzerò qualche inedito sul luogo”. Se in “Transiti” il tema era la fortuna, per Malta, probabilmente, l’artista lavorer sulla rosa dei venti.
Spostarsi, viaggiare, conoscere nuovi mondi e nuove culture dovrebbe essere d’obbligo per ogni artista, secondo Loffredo: “Confrontarsi con altre realt è indispensabile”. E accusa: “Troppi artisti, che io chiamo caciocavalli locali, vogliono tutto facile. Si limitano a girare da una galleria all’altra della propria citt . Restano nel luogo di origine. Fanno poco e bramano la notoriet . Il problema dell’arte a Napoli è che vogliono che tutto nasca e muoia qui”.
Loffredo ricorda: “Artisticamente io sono passato da Venezia. Essendo napoletano, volevo tornare nella mia citt , con qualcosa di forte. Aspettavo l’occasione giusta”. Occasione arrivata lo scorso anno con una mostra a Castel dell’Ovo. “Ho aspettato 25 anni per tornare nella mia citt ” e, al termine della mostra, “Sono andato nuovamente fuori”.
Infine lancia una proposta: “C’è bisogno di creare un museo per gli artisti napoletani del Novecento. E di catalogare le opere di quelli che hanno fatto qualcosa di grande, di meritevole”.
Nelle foto (di Maria Volpe Prignano), in altro, Pietro Loffredo. In basso, alcune opere dell’artista