Napoli ha una grande tradizione ballettistica e coreografica, dal 700 ha irradiato in tutto il mondo la sua scuola formando trattatisti, maitre de ballet, ballerini, questo fino ai primi del 900. Oggi motivi logistici e scelte di politica culturale mancate hanno interrotto questa tradizione e Napoli rispecchia un po’ la situazione di tutta l’Italia. Tendiamo a pensare che i più grandi ballerini siano quelli francesi o russi, ma in realt  la nostra è una scuola antichissima e molto importante, basti pensare che qui furono inventate le scarpette da punta.
In questo vuoto creato dalle istituzioni si sono nel tempo inseriti i privati e in Campania c’è il maggior numero di associazioni e scuole di danza in Italia. E’ un enorme serbatoio di talenti che però trovano collocazione soprattutto fuori regione o fuori dal paese. Parallelamente c’è il minor numero di compagnie riconosciute dal ministero, questo proprio a causa dello scarso intervento istituzionale.
Movimento Danza compie quest’anno trent’anni e dal 2000 è Ente di promozione nazionale del ministero per i beni e attivit  culturali: accanto all’attivit  di spettacolo poniamo la promozione al fine di creare una rete di organismi e talenti. Da Movimento Danza sono del resto filiati molti degli insegnanti, ballerini e coreografi campani.
Dialoghiamo con il ministero, siamo l’unico organismo di formazione riconosciuto dalla Comunit  Europea, ma paradossalmente non riusciamo a dialogare con le istituzioni locali, non riusciamo fino in fondo a fare sul territorio ciò che riusciamo a fare oltre i confini.
Anche nel resto d’Italia la situazione non è delle migliori ma a Napoli il problema è più marcato.
In questo contesto risulta più difficile anche far emergere il talento, un processo che è ben diverso da quanto proposto nei format televisivi attuali che danno una visione falsata della quotidianit . Il talento ha bisogno di un habitat creativo in cui crescere e respirare, che lo alimenti in modo continuo. Con Movimento Danza cerchiamo di crearlo ma è un’oasi nel deserto proprio perch a livello di politiche culturali non c’è la mentalit  per farlo. Mancano le condizioni di base e allora i talenti devono andare fuori.
Non ci sono scuole di ricerca, le scuole degli enti lirici sono di altissima qualit  e grande tradizione ma hanno una visione dell’arte coreutica diversa da quella europea, non c’è spazio per la ricerca, l’avanguardia, la coreografia.
All’estero essere napoletano è un valore aggiunto, quale che sia l’arte, e constatare che invece in citt  non sia cos è doloroso. Noi con Movimento Danza lavoriamo per costruire una rete ma il nostro lavoro dovrebbe essere inserito in un contesto di politiche culturali, di una progettualit  più ampia. L’attenzione alla danza è scarsa, basti pensare che solo nel 2007 è stata varata la prima legge (la 6/2007 sullo spettacolo) grazie alla quale anche la danza può avere accesso ai finanziamenti pubblici.

*coreografa e direttore artistico di Movimento Danza

Testo raccolto da Roberta Del Vaglio

Nella foto, Gabriella Stazio

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