L’arte di Sergio Fermariello “migra” al Pan. Fino al 26 ottobre il Palazzo delle Arti di Napoli (Via dei Mille, 60 Napoli) ospita la personale “Migranti” dell’artista napoletano.
La mostra, a cura di Mario Franco e Maurizio Siniscalco, è organizzata in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Napoli, l’associazione culturale Arteas e l’istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro.
Fermariello nasce nel 1961 a Napoli, patria a cui rimarr fedele per sempre. All’et di venti anni comincia a dedicarsi all’arte, con la sua prima personale 1989 alla Galleria Lucio Amelio, e gi in quegli anni comincia a prender piede la figura del guerriero, tipico delle sue opere, e da cui non si distanzier mai più. La carriera sar una brillante ascesa con riconoscimenti e mostre personali e collettive in Italia e all’Estero. Segno evidente di tale esterofilia è l’attuale mostra che segna il gemellaggio e lo sposalizio tra le due culture marine di Napoli e Rio de Janeiro.
Integrando l’esposizione realizzata per il Mac (Museo di arte contemporanea di Niteroi a Rio de Janeiro), propone a Napoli sessanta tele di piccole dimensioni e due di maggiori dimensioni, che propongono la ricorrente e ben nota immagine del guerriero e quella dei pesci migratori.
Una pittura segnica di sapore ancestrale e primitivo. Attraverso il suo alfabeto artistico in cui le tracce, sono le parole, e la mescolanza con i colori, la forma, Fermariello mette lo spettatore in una situazione ambivalente, c’è sempre una plurima interpretazione della sua opera, e quando anch’essa si presenta bidimensionale, diviene tridimensionale dal diverso punto di vista da dove la si guardi. Gli infiniti e minuscoli guerrieri che affollano fittamente le sue tele, quasi schiacciandosi e premendosi tra loro, sembrano voler saltare giù e prender possesso della terra a tutto tondo.
La doppia lettura appartiene anche alle opere in metallo e acciaio in cui i pesci, secondo il punto di vista, danno l’illusione del movimento, guizzando e ancheggiando con le luminescenti branchie fin quasi a disgregarsi e a aprirsi giungendo poi, all’irrimediabile fine, distesi a tranci come su di un piatto da sushi. Non appena si cambia punto di vista riprende l’illusione iniziale, le lamine metalliche si affiancano riformandosi e riconciliandosi in un pesce stilizzato o in un filiforme ominide.
Scrive Mario Franco: “…E ha affrontato la sfida col Mac, costruendo un barracuda che nuota sulle sue pareti (nel suo ventre) costituito da centinaia di lamelle d’acciaio plissettato, da un lato brillanti e dall’altro opache: un movimento circolare di pesci che nuotano in branco. Masse migranti che attraversano l’oceano Atlantico partendo dal nostro Mediterraneo e che alludono alla vitalit , alla densit , al colore stesso del popolo napoletano e brasiliano”.
In foto, barracuda d’arte
PAN| Palazzo delle Arti Napoli
Palazzo Roccella | Via dei Mille, 60 | 80121 Napoli
Orari: feriali: 9.30 > 19.30 | festivi: 9.30 > 14.00 |chiuso il marted
Per saperne di più
www.palazzoartinapoli.net