Il padre aveva scelto l’architettura, lui ha scelto le architetture, non da inventare o costruire ma da catturare, con l’obiettivo fotografico, anzi con la pellicola. Libero De Cunzo è un fotografo da camera oscura “bisogna passare di l per capire davvero” dice. Questa volta però ha aperto la porta al digitale, il risultato sono il libro e la mostra “Salerno Glocal City” (da sabato 9 gennaio, ore 19 galleria Leggermente fuori fuoco, Salerno) il suo primo esperimento di live view, photo shop e dintorni. Protagonista è lo scenario urbano di Salerno, citt che ha saputo cambiare volto negli ultimi anni, cavalcando la contemporaneit senza subirla ma anzi dandole la morfologia tipica del territorio. Ancora una citt : dopo Napoli, Parigi e Tolosa.
Paesaggi metropolitani, paesaggi non di estetica evasione ma come scalino verso la presa di coscienza delle trasformazioni innescate dall’uomo nella sua interazione con l’ambiente.
E’ come un rallenty, “fermati e osserva” sembra dirci De Cunzo, prendi coscienza dei dettagli che forse tutti i giorni ti passano davanti senza che tu li percepisca.
“Camminare lentamente e osservare con una certa attenzione le cose intorno a noi, grazie alla rivelazione della luce, permette di essere più dentro i luoghi, con consapevolezza”, spiega il fotografo. Essere presenti a noi stessi e alle cose che ci succedono intorno.
Riqualificazione del centro storico e della vita notturna, pulizia delle strade, un progetto urbanistico azzeccato, congiungere i quartieri periferici attraverso i parchi: Salerno colpisce per il percorso che sta conducendo soprattutto perch ciò avviene nel rispetto della sua identit . “All’architetto Francesco Venezia rubo l’idea di “porsi in ascolto delle pietre. Questo lavoro è un attraversamento di Salerno, una citt che sa proiettarsi un mondo globalizzato, anche chiamando archistar le cui notizie fanno il giro del mondo”.
Docente all’istituto d’arte Umberto Boccioni di Fuorigrotta e all’Accademia di belle arti di Napoli per il corso di fotografia d’ambiente e paesaggio, De Cunzo afferma “il bianco e nero restituisce lo stato delle cose, astrae sollecitazioni, mette in seconda battuta le emozioni del colore che possono distrarre. Non riesco a fotografare contemporaneamente in bianco e nero e a colori, ne’ credo che sia saggio fotografare a colori e poi trasformare in bianco e nero, la fotografia ha bisogno di consapevolezza, di progetto.”
E’ il valore della lentezza, del dare il giusto tempo alle cose, la pazienza di imparare e ricorda De Cunzo quando assistente di Mimmo Jodice “il primo mese dovevo stare fermo e non toccare niente, assolutamente non parlare”: con il tempo, arrivò a sviluppare e persino a fotografare per lui.
Libero De Cunzo “Salerno Glocal City”
Dal 9 al 20 gennaio
Leggermente fuori fuoco
Via Giovanni da Procida 34 Salerno
In foto un’immagine in mostra