Il cuore in subbuglio, lo sguardo attento, il pensiero dilatato in immagini. Gina segue appassionata il viaggio di quell’americano che vola in Perù per carpire alle leggende popolari il segreto della verit nascosta in un manoscritto, prodotto dalla saggezza antica, con le risposte agli immutabili interrogativi umani sulla vita. Bestseller mondiale del 1994, “La profezia di Celestino”, costruita dallo scrittore Usa James Redfield, cattura la sensibilit di una persona emotiva, tenera e profonda, sedotta dai misteri del mondo, una persona che da tempo lotta per affermare la femminilit negata dall’anagrafe.
Nasce bambino negli anni sessanta, ma Luigi gi dai primi passi ha la pelle di porcellana e la bellezza di una femminuccia. Glielo dice la maestra alle elementari, se ne accorgono mamma Maria e pap Ignazio (Piscitelli), ma soprattutto i nonni paterni che, a villa Florio, nella loro casa del settecento di vico Paradisiello, tra campagna e Napoli immersa di storia, allevano nipoti e figli che dividono et , giochi e infanzia serena.
Figura maestosa, viso sereno, capelli fluenti, si muove con leggerezza nel monolocale napoletano (a breve distanza dall’aeroporto) tra passi di caotica vita cittadina, lontana dalla quiete familiare di Varcaturo dove abita. Apre con delicatezza il forno da dove estrae un profumato panettone farcito di prugne e uvetta, svelando la passione per l’arte bianca. Racconta come si perde nella farina, pasticciera di idee e d’infinite possibilit creative per offrire una bont immediata, da consumare nel giro d’istanti, spruzzando attimi di gioia pure su cammini di sofferenza. In ogni angolo del suo discorso, voglia di affetto, lavoro e futuro, ben remoti dal rumore legato alle trans che frequentava Piero Marrazzo, ex governatore del Lazio.
La prostituzione è un fantasma che si affaccia tra le pieghe delle frasi, ma subito si dilegua, estinto da energia, dolore e rinascita. Di un uomo diventato donna nei registri ufficiali, dopo un calvario chirurgico che non è riuscito, tuttavia, a strapparle l’intensit della speranza e il fervore di una fede racchiusa tra il rito della “sagliuta” alla montagna per raggiungere Mamma Schiavona, madonna bruna del santuario di Montevergine, e il dialogo con la divina Provvidenza, senza mediatori religiosi. Non a caso “Conversazioni con Dio” di Neal Donald Walsch è uno dei libri che ama con l’amore di cui è capace una trans, donna perfetta, in grado di ascoltare il maschio che le è di fronte, proponendosi come momento di trasgressione in un mondo affollato da donne sempre più impetuose e irruenti. Indulgente s, ma decisa a fare rispettare il proprio modo di pensare. Lo sa bene il suo compagno, Pasquale (libero professionista) che sposer probabilmente entro la fine dell’anno solo se seguir le regole di rispetto reciproco: prima tra tutte, non chiudersi per ore nel bagno ridotto a sala da fumo.
Gina si sente Gina da sempre. Adolescente, frequenta l’istituto tecnico industriale e s’innamora di un tipo che va a prenderla sotto scuola ogni volta con un’auto diversa (Porsche, Mercedes…).
Scopre che fa affari con la criminalit organizzata quando ne vede la faccia sulla prima pagina di un quotidiano. Il giorno prima le ha telefonato dicendo: “Per chiamarti ho dato cinquantamila lire e una stecca di sigarette a un poliziotto…”. L’indomani capisce perch…
Avventure di un’esistenza forte che prova adesso a ricordare in frasi e visioni da raccogliere in una biografia. Il primo flash è limpido e recente: Ashily, capoverdiana, studentessa d’ingegneria navale, incontrata al Pride di Roma. Si nasconde, ma Gina le si avvicina materna: “Ti presento come mia figlia. Da quel momento l’adotta…”. A suggerirle d’imprimere memorie su carta è la psicologa Diana Galletta, angelo custode/psichiatra che la segue da anni, da quando entra nel dipartimento di disturbi dell’identit di genere al secondo policlinico: “Lei è cos creativa, perch non lascia un segno del suo percorso?”.
Un tragitto duro, alleviato dalla passione per la pittura. Ma le costa grande fatica conquistare un posto nell’universo femminile. Pochi mesi dopo la maggiore et , seni prorompenti. Forse un po’ troppo… Quando si sveglia in clinica, ancora traumatizzata dall’operazione, le sembrano esagerati. Subito rassicurata dalla sorella che le sussurra: Aspetta almeno che si sgonfino. comunque l’attimo di felicit tanto atteso dopo aver sopportato sorrisetti e ingiurie di molti.
Continua a marciare nella sua evoluzione. E, improvvisamente, quel 25 aprile del 2000 il colpo di fulmine. Si chiama Paolo. Chiede a lei, seduta a un caffè di piazza Trieste e Trento, se ha d’accendere. Suggellando l’incontro con un bacio sulle labbra. La realt si sfoca. In primo piano, la loro storia. Paolo sale sulla Toyota bianca decappottabile, Gina sullo scooter. Insieme raggiungono il monte Echia e l’incendio dei sensi fino all’alba. La fiamma si spegne lentamente ma Paolo resta ancora al suo fianco quando esplode il cancro. Il medico glielo rivela senza tanti preamboli.
Scioccata, lo inonda con un 6 « o è è á a pioggia di saliva, lasciando i documenti sulla scrivania del dottore che quattro giorni dopo bussa alla sua porta per attraversare insieme il tormento del male. Sconfitto alla fine con la forza del coraggio in una citt tollerante, ma bigotta. Che accoglie la transessualit ma non la deve vedere. Gina però ora la guarda con la fiducia di chi crede che non bisogna mai arrendersi.
Nelle foto (di Maria Volpe Prignano), Gina