Dall’ideale dell’amore eterno alla quotidianit dell’amore vissuto. Tra i vicoli del centro storico di Napoli. Tonia Garante e Salvatore Caruso mettono in scena una storia che parla di attualit , reinterpretando il testo shakesperiano e dando nuovi significati alla tragedia degli amanti di Verona. “Romeo e Giulietta non sono morti” nasce da una domanda: che fine avrebbero fatto e che tipo di coppia sarebbero stati Romeo e Giulietta se non fossero morti?. Costretti alla fuga Romeo è ricercato per l’omicidio di Tebaldo Capuleti dopo secoli di latitanza approdano nella citt partenopea, dove vivono in un tipico basso napoletano.
“I due innamorati segnati dalle stelle” non hanno più quattordici anni. Sono dei trentenni che si barcamenano nel teatro della vita con pochi mezzi e incerte prospettive. Con il disincanto di quell’amore che fu. Con la pancia vuota, ci si prende a capelli parafrasando il sempre attuale Eduardo di “Questi fantasmi”. Mille storie rivivono attraverso la condizione esistenziale dei due protagonisti. Sono il ritratto dei tanti giovani che popolano i quartieri degradati di Napoli e delle sue periferie. Vite a rischio che lottano per sopravvivere in contesti degradati e deprivati. Tra genitori assenti si consumano amori tormentati che, oggi come ieri, sull’onda dell’ardore giovanile si risolvono nell’agognata “fuitina”. Un sogno di libert che spesso prelude a un amaro risveglio.
Nella morsa delle difficolt e delle angosce quotidiane, l’innamoramento finisce per trasformarsi in una dipendenza affettiva che conosce anche i silenzi e le incomprensioni. Proprio come accade nella storia di Romeo e Giuletta che Tonia Garante e Salvatore Caruso raccontano sul palcoscenico del Teatro Elicantropo il 7, 8, 9 giugno alle 22. Lo spettacolo partecipa alla edizione 2010 del Fringe Festival, la sezione off del Napoli Teatro Festival Italia, che offre alle compagnie emergenti uno spazio teatrale per tre giorni dal 4 al 27 giugno.
Abbiamo raggiunto al telefono Tonia Garante.
Come nasce questo allestimento?
“Il lavoro è completamente autoprodotto da me e dal mio compagno. Insieme abbiamo scritto un testo inedito, di cui curiamo la regia. Siamo anche gli attori protagonisti nei ruoli di Romeo e Giulietta. A ottobre del 2009 fu indetto un bando pubblico dal Napoli Teatro Festival, al quale abbiamo partecipato con questo progetto. Tra circa trecento domande di partecipazione sono stati scelti quaranta spettacoli che saranno presentati nella sezione del Fringe Festival 2010”.
Avete “fatto a pezzi” il testo di Shakespeare?
“Il sommo poeta e scrittore è stato in parte dissacrato dalla nostra idea. Non è più la tragedia del sacro amore, bens la rappresentazione del dramma familiare e del delitto sociale di due deportati di ispirazione ruccelliana. Sulla scena si consumano piccole e grandi tragedie quotidiane: due extracomunitari che si spostano da Verona a Napoli e vivono sulla loro pelle l’ordinaria emarginazione, esclusione e precariet dei nostri giorni. Giulietta aiuta Romeo a sbarcare il lunario cucendo i calzini rotti del vicinato. E’ una coppia scoppiata, problematica e emarginata che non ha figli, perch tra stenti e miserie non saprebbe come mantenerli. Sulla scena, a guisa di testimone di quel sogno d’amore infranto nell’agonia del quotidiano, una teca che custodisce l’abito indossato da Giulietta in quel giorno di festa, in cui si contrariò i familiare in nome di un amore che diventa per lei l’unica e sola ragione di vita”.
Avete sperimentato anche sul versante linguistico?
“S, abbiamo contaminato Shakespeare con Eduardo De Filippo e Rimbaud. Abbiamo dato vita ad un linguaggio che, tra realt e finzione, sorprende ed emoziona. E’ duttile, si presta a trasferire e modulare le circostanze e degli stati d’animo dei protagonisti. Si intersecano vari livelli stilistici: alto nei momenti di maggiore pathos, umile e spontaneo, invece, nelle battute colloquiali. Echi di Rimbaud si affastellano nei soliloqui, nelle parti liriche e introspettive”.
In alto, la locandina. In basso, alcuni momenti dello spettacolo
“Romeo e Giulietta non sono morti”
date: 7,8,9 giugno
orario: 22
luogo: Teatro Elicantropo, Vico Gerolomini 3.
Per informazioni
www.vivaticket.it
www.napoliteatrofestival.it