Riconsegnato questa mattina alla citt , il restaurato teatro dell’Accademia di belle arti è la testimonianza forte che se si rispettano le procedure correttamente non è necessario ricorrere alla cultura dell’emergenza per risanare una struttura cittadina.
Un teatro storico, unico caso in Italia di teatro annesso a un’accademia di belle arti, il sito ha un’altra particolarit : a differenza di tutti gli altri non è chiuso ma aperto sull’interno e sull’esterno del palazzo che lo ospita grazie ad ampie finestre. “Da queste siamo partiti per l’ideazione del progetto di restauro spiega Massimo Alvisi, dello studio Alvisi Kirimoto che si è occupato del lavoro le grandi finestre sono state riaperte (erano state murate) e sono riproposte anche in fondo alla sala con una serie di pannelli in legno che sono elementi di decoro ma contribuiscono anche al perfezionamento dell’acustica”.
Centoquaranta i posti a sedere, lussuose poltroncine in pelle avorio griffate da Frau a cui fa da contrappunto il legno di rovere sbiancato e ridipinto in grigio scuro dei pavimenti: “per riprendere il bianco e il grigio scuro dei marmi che caratterizzano tutta la struttura dell’accademia, un tempo convento di San Giovanni delle Monache”.
“Un progetto ambizioso prosegue l’architetto non solo per i contenuti ma anche per i tempi (cinque mesi per la pianificazione e undici per la realizzazione) che sono stati pienamente rispettati”. Alla bellezza degli interni, che declinano l’identit storica del luogo secondo il gusto contemporaneo, si unisce la funzionalit “l’acustica è ideale e il palco è stato allestito con il supporto delle più moderne tecnologie”.
E’ un salto in avanti per l’accademia che annuncia a ottobre l’inaugurazione della nuova aula magna in cui saranno ricollocati anche i fregi greci un tempo all’interno del teatro. A guardare i risultati dell’intervento sembra incredibile che nel 2008 si rischiava di perdere i finanziamenti stanziati perch in scadenza entro l’anno: in tutta fretta si riusc a pubblicare il bando il 28 dicembre. Il teatro è stato intitolato ad Antonio Niccolini, architetto e scenografo che lavorò a lungo per il San Carlo e per il Fondo (oggi Mercadante).
Nelle immagini, il teatro restaurato