Può Napoli dialogare con Milano? Possono i “fratelli d’Italia” capirsi e ritrovarsi? Il federalismo è solo uno slogan? Sono questi i quesiti da cui parte il ragionamento di Luca Meldolesi, professore di Politica economica alla Federico II di Napoli, oltre che tra i massimi esperti di sviluppo territoriale e metamorfosi federaliste, nel suo “Milano-Napoli: prove di dialogo federalista” (Guida editore). Un ragionamento che si inserisce in pieno nel dibattito dalle tinte forti che anima, in questi giorni, le sedute della Conferenza delle Regioni dove è in atto un difficile tentativo di mediazione: tocca a Errani mettere d’accordo Vendola, Zaia, la Polverini e Stefano Caldoro.
E proprio dal Sud parte Meldolesi. Con l’obiettivo neppure tanto sotteso di costruire una via ascendente di affrancamento della condizione di subalternit in cui si trovano Napoli, la Campania, il Mezzogiorno e (anche) l’Italia.
Un discorso in quattro tempi che si basa su di una logica inversa rispetto a quella usuale: l’analisi dell’autore non parte da modelli di pensiero precostituiti, ma dalla realt dei fatti, per poi ripercorrere la storia e arrivare a definire una cura. In sostanza, per Meldolesi, lo sviluppo non dipende dall’applicazione tout court di una determinata tecnica economica, ma dall’attitudine concreta a richiamare, valorizzare, potenziare e arruolare alla crescita democratica capacit e risorse inizialmente nascoste, disperse o mal utilizzate. Ma l’autore, in questo libro che nasce da un dialogo con l’economista milanese Marco Vitale, va oltre e afferma che lo sviluppo richiede anche la democratizzazione del sistema pubblico in senso federativo e stigmatizza gli scenari attuali: “da un lato scrive esiste un abnorme apparato gerarchico tradizionale dai piedi d’argilla, dall’altro yes we can!”.
Meldolesi parte dalla consapevolezza che filoni culturali diversi tra loro (conservatore, liberale e sociale), ma pur provenienti dall’Europa, hanno prodotto in Canada, Stati Uniti e Australia un sistema pubblico incomparabilmente superiore a quello che prevale nel nostro Continente. Il convincimento federalista democratico del noto economista si dirama a partire dalla considerazione che, in Italia, esiste una tendenza spontanea verso il federalismo democratico. Vi sono, in sostanza, anche in situazioni critiche come quelle attuali della Campania, dei varchi da sfruttare in senso positivo per lo sviluppo economico, sociale e politico. Per farlo è fondamentale organizzare gruppi di giovani operatori che lavorino nell’interesse sia delle comunit locali che delle PMI e che ottengano sul campo risultati specifici e reali. l’etica del fare bene che porta a galla una contraddizione chiave: quella tra il sistema pubblico tradizionale e le esigenze delle imprese e dei cittadini. Ed è anche qui che Luca Meldolesi è partito dall’esperienza tangibile: ad esempio, quella del suo gruppo di giovani economisti (riuniti, a Napoli, nell’associazione “Eugenio Colorni”), suoi ex allievi che oggi sono inseriti, appunto, nelle diverse realt e contribuiscono, in concreto, con la loro passione per il cambiamento, ad imprimere una svolta nel senso del federalismo democratico affrontando, quotidianamente, anche in un territorio difficile come quello campano, la creazione e lo sviluppo delle PMI.
Fin qui la Campania. Ma tra le diverse aree del Paese, dice Meldolesi, è necessario un vero dialogo interitaliano. Solo attraverso processi di confronto interistituzionale alla canadese, di cooperazione-emulazione all’americana e di socialit all’australiana è questo il portato del testo la via del federalismo vero, quello democratico, può essere imboccata. Ma a patto che si parta dal Sud e dal Nord.
L’autore, qualche pagina dopo, offrir il suo quadro e spiegher che “il divario crescente che esiste tra le esigenze del cittadino e il comportamento dell’amministrazione può essere usato vigorosamente per sviluppare importanti esperienze correttive”. E’ la via del possibilismo.
Poi, Meldolesi, spesso a Napoli proprio per incontrare il suo gruppo, offre nuovi spunti di riflessione sul libro: “In questo dialogo che è nato a Milano ma che Napoli ha sviluppato, sono interessato dice – a vedere come andiamo avanti. Il libro risente dell’epoca in cui ci troviamo e in cui il federalismo è diventato una sorta di slogan, ma è possibile che per gradi, per sforzi successivi, cominci a diventare una parte essenziale delle cose italiane. Se sappiamo ricostruire il sistema pubblico innanzitutto, ma anche i funzionamenti privati, in un modo nel quale esaltiamo i territori, l’Italia può fare molto meglio di quanto ha fatto fino a questo momento”.
Il volume sar presentato domani, venerd 3 dicembre (ore 16), nella sala del parlamentino della camera di commercio di Napoli.