Dalla pandemia, riemerge anche il Giardino romantico del Palazzo Reale di Napoli. Insieme a un progetto: il costante bisogno di manutenzione del Giardino e il desiderio del direttore Mario Epifani di riproporre la collezione botanica ottocentesca hanno suggerito all’architetto Almerinda Padricelli, responsabile del patrimonio, l’idea di avvalersi di piccoli interventi di mecenatismo da parte della cittadinanza, per sviluppare un senso di appartenenza del patrimonio che il Giardino rappresenta.
Sarà così possibile, attraverso il sito internet che verrà inaugurato a breve, contribuire all’acquisto e alla manutenzione di alberi e arbusti, riportati su un’apposita mappa attraverso cui i donatori, “mecenati del verde”, avranno la possibilità di identificare, seguire la crescita e lo stato di conservazione delle piante adottate. Non solo acquisti, ma anche contributi alla manutenzione periodica con piccole offerte per la fornitura delle fioriture stagionali.
Il Giardino Romantico nasce nel 1842, quando il botanico tedesco Friedrich Dehnhardt lo ideò nella grande piazza del maneggio del Palazzo, a seguito dell’abbattimento di alcuni edifici.
Ha aiuole sinuose nelle quali trovano dimora piante autoctone ed esotiche: tra lecci, bagolari, cedri dell’Himalaya, pini domestici e alti palmizi spiccano i due maestosi esemplari di Ficus magnolioides, con imponenti radici colonnari che giungono a terra e un Pinus canariensis, la cui presenza in Italia è attestata dal 1822 a opera dello stesso Dehnhardt, che lo acclimatò e riprodusse nell’antico Hortus Camaldulensis di Napoli.
E da a oggi, domenica 16 maggio, sarà riaperto al pubblico il Giardino pensile, nel rispetto delle norme di sicurezza anti-Covid e con ingressi contingentati.
La visita guidata, della durata di circa 40 minuti, prevede un’introduzione alla storia del palazzo e l’accompagnamento diretto al Giardino dove, passeggiando sotto eleganti berceaux, tra profumi di agrumi, si raggiunge la fontana centrale da cui si gode un’incomparabile vista sul Golfo di Napoli, col Vesuvio sullo sfondo, fino alla penisola sorrentina e all’isola di Capri.
Le visite sono previste, ogni domenica (ore 11.00 – 11.45 – 12.30 ) con prenotazione obbligatoria sul sito www.coopculture.it , con un costo di 5 euro a persona, più il prezzo del museo (€ 6,00, ridotto € 3,00) , in gruppi di massimo 15 persone.
Il Giardino pensile risale alla metà del XVII secolo, periodo vicereale; durante il regno di Carlo di Borbone il giardino si estese a tutto il fronte a Mezzogiorno. L’assetto attuale venne definito all’epoca di Ferdinando II, nell’ambito della ristrutturazione del palazzo progettata da Gaetano Genovese (1838-58).
Fu collegato con un ponticello in ghisa al nuovo vestibolo di snodo tra l’Appartamento di etichetta e quello privato; a ovest prosegue con un terrazzo che consente l’affaccio anche sulla piazza del Plebiscito. In tempi recenti il Giardino pensile è stato oggetto di un complesso intervento di restauro, concluso nel 2018, che ha interessato sia gli aspetti architettonici e strutturali, sia la componente botanica con l’inserimento di agrumi, rose e iris.
Gli scatti sono di @m.laporta e @m.epifani