Ci sono periodi della storia recente del nostro Paese che hanno lasciato in eredità ferite e mezze verità. Per Angelita, ex giornalista e scrittrice, il passato diventa – all’improvviso – scivoloso, ignoto e irto di insidie.
All’indomani della morte del compagno, con cui ha vissuto per trent’anni, la casa in cui hanno abitato svela lettere nascoste in cui si cela una parte della vita dell’uomo a lei ignota.
La storia segreta risale agli anni Settanta, periodo agitato dagli scontri e la lotta armata. Alla protagonista capita quel che il destino riserva a diverse donne, scoprire di non conoscere a fondo la persona con cui si è trascorsa la vita, avuto figli e condiviso gioie, dolori, salute e malattia.
Quando si crede di conoscere qualcuno come noi stessi, di esser capaci di coglierne i pensieri dietro lo sguardo, le paure, le ansie e i desideri ci si scontra con la realtà: forse, dopo tutto, non conoscevamo quella persona così intimamente come immaginavamo. Solo che quella non era una persona tra le tante, era la metà del nostro mondo, una parte del nostro corpo, era il respiro su cui avevamo sincronizzato i nostri polmoni, era il battito del cuore su cui regolavamo i nostri palpiti.
La protagonista è una combattente, neanche per un momento si sente vittima, sa di voler bere l’amaro calice fino in fondo, anche a costo di scoprire cose dolorose, pericolose e difficili da affrontare.
Decide di incamminarsi in un viaggio a ritroso per ricostruire i pezzi mancanti di un puzzle incompleto mantenendo per sé esitazione, incertezza e umana debolezza. Sullo sfondo le contrapposizioni politiche e ideologiche degli anni Settanta, le scelte, la clandestinità, i legami.
Al figlio che sta elaborando il lutto per la perdita del padre si mostra forte fino a comprendere che questo suo volerlo proteggere dalla sofferenza, insieme con la volontà di non mostrare le crepe aperte dal senso di solitudine e l’inebetito vuoto lasciato nella sua vita dalla perdita del compagno, induce a farla apparire distante.
È divisa, lacerata, tra il desiderio di alzare il telefono e chiedergli di tornare a casa da lei e il voler lasciare che viva la sua vita da persona autonoma senza cordone ombelicale.
Quale ruolo di madre ha scelto: quella che cresce un figlio per farne un adulto indipendente o quella che non riesce a separarsene? Più si addentra nella sua investigazione maggior è l’intensità con cui si domanda: può la sofferenza affettiva generare la malattia del corpo? Può l’inquietudine di situazioni irrisolte nutrire un morbo che divora e uccide?
Dopo esser giunta al termine del suo viaggio, pensa di sì, Fabrizio – la metà del suo respiro – è stato divorato da un cancro perché ostaggio di una sofferenza taciuta e mai superata. Il non detto fa più male a chi lo tace o a chi lo scopre quando non c’è più la possibilità di confrontarsi, chiedere, arrabbiarsi e superare insieme?
Angelita compie una discesa agli inferi e ne risale comprendendo che se vuole vivere deve cambiare qualcosa nella sua vita. L’amore, il perdono, la rabbia, la maternità, le scelte lavorative, i temi affrontati nella battaglia per superare il dolore e il senso della perdita sono tanti. La protagonista risponde a tutti gli interrogativi che si pone e comprende che deve combattere anche per sé stessa, per non andare a fondo, per voltare pagina e vivere una stagione diversa della vita.
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IL LIBRO
Stefania Nardini
La combattente
edizioni e/o
pagine 156
euro 15
L’AUTRICE
Stefania Nardini, giornalista e scrittrice, è romana e vive tra Marsiglia e Roma. È autrice di Roma nascosta (Newton Compton, 1984); del romanzo Matrioska, storia di una cameriera clandestina che insegnava letteratura (Pironti, 2001), pubblicato anche in Ucraina nel 2007; del noir Gli scheletri di via Duomo (Pironti, 2008), ambientato a Napoli negli anni Settanta. Per E/O ha pubblicato nel 2013 Alcazar, ultimo spettacolo, nella collezione Sabot/Age, e nel 2015 la nuova edizione di Jean-Claude Izzo. Storia di un marsigliese, edita nel 2010 da Perdisa Pop e riproposta in Francia dalle Éditions des Fédérés nel 2020.
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