Ammore busciardo. Il cd ideato e curato da Roberto De Simone. Canta Alfredo Napoletano, barbiere di Foria. Il disco, inciso con la Zeus record e la partecipazione dei musicisti Raffaello Converso e Antonello Paliotti nelle vesti di chitarrista e mandolinista, è stato presentato al teatro del popolo, il Trianon/Viviani (piazza Vincenzo Calenda 9, Napoli), alla presenza del direttore artistico Nino D’Angelo che, al termine dell’incontro, moderato da Alessandro Pagliara dell’università di Parma, ha sollecitato il musicologo a tornare a lavorare nello spazio da lui inaugurato nel 2002 dopo i lavori di ristrutturazione che hanno restituito alla città la sala storica aperta nel 1911 da Vincenzo Scarpetta con Miseria e nobiltà, divenuta negli anni 90’ un cinema a luci rosse.
«L’incontro con Alfredo Napoletano – spiega De Simone che ha inserito il cd nel lavoro di scrittura del suo nuovo e atteso libro sulla canzone napoletana per Einaudi – mi ha ricondotto a ritorni di memoria di cantanti tradizionali. La sua naturale intonazione e impostazione dei suoni fanno di lui un insolito epigono di uno stile orale, quello dei cantori girovaghi, dei musici-barbieri, dei posteggiatori, che si è mantenuto fino agli anni 40’-50’, per poi perdersi. La stessa canzone napoletana rappresenta la crisi culturale di una grande nazione diventata provincia dello Stato italiano quando alla lingua napoletana venne data la connotazione di dialetto e il festival della canzone trasformava la melodia partenopea da musica di genere a musica leggera».
Classe 1949, don Alfredo tra una rasatura e una spuntatina canta Napoli e realizza un sogno. Da sempre una bottega piena di clienti famosi (da Sergio Bruni a Eduardo De Filippo, Vincenzo Salemme, Vittorio Annona, il maestro Gualdieri e lo stesso De Simone). Figlio d’arte (suo padre era un attore teatrale drammatico della compagnia di Nino Taranto), è vissuto tra teatri e artisti, fin quando il lutto improvviso del genitore lo costrinse ad abbandonare ciò che amava per dedicarsi al lavoro.
«Quando morì, a soli 59 anni – ricorda don Alfredo – fecero in suo onore uno spettacolo e consegnarono l’incasso a mia madre, rimasta vedova con nove figli. Inizia così la sua carriera di barbiere. Il salone dove lavoravo era frequentato da gente illustre, tra cui Luigi Aloia, proprietario del celebre caffè Aloia, che prese a cuore la mia situazione e mi mandò a scuola a spese su».
Sempre grazie al suo lavoro conosce Vincenzo D’Onofrio che gli fa intraprendere la carriera di cantante per feste di piazza e matrimoni, riscuotendo un discreto successo.
«Un giorno- ricorda don Alfredo- D’Onofrio mi invitò a casa sua. Mi chiese di cantare Non pensare a me di Claudio Villa mentre lui mi accompagnava al pianoforte, dopodiché mi portò in un’altra stanza dove c’era lo stesso cantante che appena mi vide commentò: – E’ lui che ha cantato la mia canzone? Mi è piaciuto -. E mi regalò le sue Ray-Ban».
Don Alfredo apre un salone tutto suo in via Giuseppe Antonio Pasquale, la strada che porta dritto al San Ferdinando, vantando subito una clientela d’eccezione, tra cui il maestro Landolfi che gli presentò uno dei più celebri artisti della canzone classica napoletana, Sergio Bruni. «Sono stato il suo barbiere per ben vent’anni, sottolinea. Eravamo così amici che mi regalò anche un quadro dipinto da lui, che era amante della pittura, e la partitura di Carmela con dedica».
Negli ultimi quindici anni, suo cliente affezionato è il regista teatrale, compositore e musicologo Roberto De Simone. «Un pomeriggio di due anni fa ero andato come di consueto a casa sua. Parlavamo di Salvatore Di Giacomo, mi chiese un giudizio su alcuni passaggi. Io gli dissi che sì, il poeta mi piaceva molto ma non dovevamo dimenticare Libero Bovio. ‘Cantami una canzone’ mi chiese. Intonai Autunno. Mi guardò stupito e disse: – Alfredo complimenti, tu devi cantare -. Il giorno dopo mi telefonò lasciandomi stupefatto: – Alfredo ho scritto il progetto del disco. Da allora per due anni sono andato nel suo salotto a studiare con i musicisti Converso e Paliotti. Solo alla fine ho realizzato quanto stava accadendo. Ho cantato con Giulietta Sacco, Tony Astarita, ma non mi sono mai sentito nessuno né avrei immaginato di arrivare un giorno al Trianon. Sono fiero perché non mi ha mai pubblicizzato nessuno».
Canta da sessant’anni ma non ha mai perso l’umiltà e il contegno il barbiere di Foria. Negli occhi la gioia e l’emozione di chi finalmente ce l’ha fatta. «Incidere un disco di musica classica napoletana era un sogno, farlo poi con il maestro è stato straordinario».
«Non ho fatto alcun intervento sul suo modello di canto, precisa De Simone. Abbiamo lavorato solo sullo stile dell’accompagnamento che, in questi casi, presenta molte difficoltà e deve seguire la voce lasciando al canto libera espressione. La mia opera si è limitata al suggerimento dei brani». Per citarne alcuni: Ammore busciardo di E. Di Gianni -E. Barile che dà il titolo all’album, Presentimento di E.A. Mario, Serenata napulitana di Di Giacomo-P.M. Costa, Desiderio di A. Trusiano-S. Mazzocco e una versione unica di ’A vucchella di D’Annunzio-Tosti. Nella nota c’è scritto. “Trascrizione di Roberto De Simone per Alfredo Napoletano, solo per mandolino”.
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Nelle foto, Alfredo Napoletano nel suo salone in via Giuseppe Antonio Pasquale (Napoli) e alcuni momenti della presentazione del cd Ammore busciardo al Trianon/Viviani (piazza Vincenzo Calenda 9), con Roberto De Simone, Nino D’Angelo, Alessandro Pagliara, Raffaello Converso.