Anche quest’anno Villa Alma Plena, a Casagiove, è stata il teatro di una manifestazione bella quanto pregevole per le sue finalità. Stiamo parlando della XIII edizione di Cenando sotto un Cielo Diverso, organizzata Alfonsina Longobardi con l’associazione Tra cielo e mare che ha chiamato a raccolta 190 tra chef e produttori italiani, e non solo, che hanno unito le forze per organizzare un grande evento di beneficenza.
Tra tante esibizioni sul palco, diretto da Ida Piccolo, il piacere del buon cibo e la convivialità, sono stati la nota di testa, in una serata che ha dato il polso della situazione in termini di tendenze in tavola, almeno in quella gourmet. Tanta tradizione sotto vesti rinnovate, nella forma ma anche nei sapori. Come la genovese di Gennaro Pagano, chef del Rei Bistrò a San Gennaro Vesuviano. Un bocconcino dalle sembianze di Tiramisù, che nasconde al suo interno un anima tutt’altro che dolce. Patate al profumo di genovese!
Ma anche tanta contaminazione di sapori, spezie come il cumino, la curcuma, e non solo, che fino a qualche anno fa difficilmente avrebbero incontrato il gusto di un pubblico così selettivo e “campanilista” come quello nostrano. Il trucco sta nel dosaggio e nell’equilibrio delle parti. La pensa così Claudio D’Andrea del ristorante Borgo Antico di Napoli, che per la serata ha presentato la sua julienne di seppie con gazpacho di zucca, pinolo tostato e polvere di zucchine, rifinito con una toccatina di menta.
E la fusione è ancora più immediata quando la tradizione sposa le vesti dell’amatissima cultura nipponica. Stiamo parlando di NFK, sigla che sta per Napoli Fusion Kitchen, il sushi napoletano di Lino Acunzo che mette in tavola sotto forma di sushi e sashimi i piatti più tipici della cucina napoletana: il ragù, la genovese, la parmigiana, la nerano.
E ancora il pastificio Del Prete, abituato a servire pasta freschissima ancora da cucinare, per l’occasione si è messa ai fornelli tirando fuori una doppia versione di fagottino: quello di carne ripieno con genovese e farcito con fonduta al provolone e pepe affumicato; quella di pesce con branzino, patate, lime e fonduta allo zafferano
Ottima anche la selezione dei vini e delle birre. Tra i tanti ricordiamo L’Oro del Vesuvio con il loro Nerone, un Piedirosso misto Aglianico davvero inebriante. Sono loro ad aver tirato fuori la prima marmellata di pomodori del piennolo e sempre loro a offrire un’acquavite alle pellecchielle del Vesuvio, così buona e leggera (nonostante tutto) che il rischio di “perdere la testa” è alto, come i suoi gradi.
E la sanno lunga anche i toscani di Caffè GM che hanno avuto l’ardire di farci assaggiare un prodotto, il caffè, di cui ci si pregia qui in Campania. Il loro caffè biologico con tostatura a legno di quercia è uno spettacolo di sapori che si scioglie in bocca e non terrorizza lo stomaco.
Altro ancora? Focacce gourmet ripiene d’amore, fritturine asciutte e saporite, panini cotti al vapore e ripieni di fresche verdure sminuzzate. Finger food di pesce in tutte le salse possibili. E tanti, squisiti dolci: dai tradizionali babà e sfogliatelle, al cioccolato, fino ad arrivare a una ricostruzione del fico d’india, Ficus, di Guido Sparaco. Tra tutti, il panettone artigianale di Espresso Napoletano è praticamente inarrivabile!
Ricordiamo che la creazione di un laboratorio ludico-didattico per malati schizofrenici, l’acquisto di giochi e dolci da consegnare a Natale ai bimbi ricoverati al reparto di nefrologia del Santobono Pausilipon e il finanziamento di una festa di Natale per i ragazzi diversamente abili al centro Don Orione di Ercolano, sono gli obiettivi della raccolta fondi.
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In foto, le meravigliose golosità proposte alla cena