Tutti noi siamo alimentati da hobby e passioni che toccano le corde della nostra emotività in maniera unica e irripetibile; a volte, però, siamo così rapiti da qualcosa, quasi ci seguisse in punta di piedi lungo i sentieri della nostra vita, da essere spinti a creare qualcosa che sostenga e supporti la nostra passione.
È il caso di Serena Amato, che da diversi anni è impegnata in un lavoro indipendente di divulgazione culturale e musicale. Prima di parlare del suo progetto, facciamo qualche passo indietro.
Durante gli anni dell’università, Serena segue un laboratorio di musica classica al di fuori del suo piano di studi, il professore che teneva il corso, incuriosito dalla cosa, le suggerisce di andare al San Carlo per vedere qualche opera lirica; ascoltando la Traviata, esplode l’amore di Serena per questo genere. Da lì inizia a vedere concerti di musica classica, balletti e opere liriche, e grazie ai mezzi multimediali riesce ad entrare in contatto con il mondo che anima il teatro lirico.
Così, per passione, inizia a pubblicare in un piccolo gruppo qualche video di musica classica, fino a quando, nel 2014, viene contattata da una radio online interessata a parlare di musica classica.
Dopo tre anni decide di aprire un canale YouTube che già dal nome appare una fusione tra opera lirica e musica classica. Dopo poco apre una pagina Faceboo e, nel 2019, anche un account Instagram , mentre piano piano inizia a intervistare musicisti sempre più affermati, tecnici e maestranze del teatro. Anche se i social iniziano a crescere lentamente, i suoi strumenti restano sempre semplici, basilari e indipendenti, mentre la passione non fa che aumentare.
Questo è un fattore non secondario; Serena, infatti, non è una musicista ma un’antropologa animata da una vibrante e autentica passione.
Questo le permette di fare due cose che creano quasi un marchio di fabbrica: da un lato, crea un ambiente confortevole dove poter mettere a proprio agio l’intervistato, che viene letto in chiave umana ed emotiva, facendo interviste che sembrano più chiacchierate tra amici, mirando però a mettere a proprio agio le persone; dall’altra riesce ad entrare in empatia con il suo pubblico, diventando una preziosa figura di connessione. Questa è la vera peculiarità del progetto Operaclassica.
La mission di Serena è avvicinare il popolo al teatro lirico, togliendo quella patina dorata ed elitaria che lo circonda e mostrando quanto l’opera sia vicina alla quotidianità delle persone. Per fare ciò, Serena ha creato diverse rubriche per rendere fruibile e orizzontale la musica classica, come ad esempio letture ASMR di biografie e storie di teatri, oppure la rubrica Cooking with Operaclassica dove racconta delle curiosità su un’opera mentre prepara un dolce, oppure Opera e Caffè di Opera classica dove racconta, appunto, la trama di un’opera.
Tutte queste rubriche sono delle vetrine per avvicinare il più possibile le persone ai lavoratori dell’arte, usando lo strumento dell’empatia per essere universale e trasversale.
Parallelamente ha iniziato, sempre in maniera indipendente, a curare la rassegna stampa di moltissimi teatri e festival musicali, nello specifico del: Teatro San Carlo di Napoli, Teatro dell’Opera di Roma, Teatro Massimo di Palermo, Teatro Donizzetti di Bergamo, Maggio Musicale Fiorentino, Macerata Opera Festival, Ravello Opera Festival, Teatro Comunale di Bologna, Teatro Verdi di Trieste, Orchestra Scarlatti, Teatro Regio di Parma, Festival Verdi a Parma, Arena di Verona, Teatro Filarmonico di Verona, la rassegna stampa del Maestro Daniele Gatti (a cui Serena è molto legata) e dell’Orchestra Sinfonica della RAI. Inoltre, da qualche anno collabora con il sito italo argentino Eco Italiano, con la rivista Eco Siciliano, e con la radio argentina Comites Rosario.
Che dire, questa è la storia di una persona che cresce accanto alla sua passione, mano nella mano, che crede fermamente in ciò che fa e cerca con tutte le sue forze di avvicinare il popolo all’opera lirica. Non sembra una cosa di poco conto. Negli ultimi giorni si parla tanto di tutela del patrimonio culturale, ma a chi è affidato realmente? Possibile che spetti ai progetti indipendenti l’aver cura degli artisti e delle maestranze? È triste, ma la realtà è questa.
Infine, un aneddoto. Un giorno, mentre Serena e suo padre erano nei pressi del Conservatorio di San Pietro a Majella, notarono che lungo tutto il tragitto erano accompagnati dal suono di un violino, allora suo padre si girò verso di lei e le disse: «Serena secondo me la musica ti accompagnerà sempre». E, finora ora, così è stato.
©Riproduzione riservata