Direttore multitasking, Paolo Giulierini, capace di promuovere in poco tempo l’immagine dell’Archeologico e di dargli la fama che merita, facendo girare, attraverso prestiti, i capolavori in tutto il mondo. Nuova puntata di questa strategia di comunicazione è “Modarte”, già andato in onda il 5 luglio con il primo appuntamento.
Motore dell’evento sono due associazioni, I Sedili di Napoli onlus, presieduta da Giuseppe Serroni, e l’Officina delle idee, guidata da Rosa Praticò (promotrice dell’operazione) che sottolinea come moda e arte possano essere volano dell’economia da Napoli cui può ripartire.
La manifestazione, che si terrà domenica sera, 26 febbraio, al Mann è stata presentata stamattina nell’antico Palazzo degli studi. Sulla prestigiosa ci saranno collezioni importanti come quella di Gianno Molaro, con atelier a San Giuseppe vesuviano e a Piazza di Spagna, stilista/artista da primato con il velo da sposa più lungo e l’abito nuziale più costoso, tempestato di diamanti. E anche i marchi Hany El Behairy, Danayse e De Nobili gioielli. Madrina di questa seconda edizione, Anna Falchi.
Modarte sostiene il progetto dell’associazione I Sedili di Napoli “Sembrano pietre… ma sono radici”. Obiettivo: valorizzare quelli che sono considerati “elementi di spoglio”, ovvero capitelli, colonne, iscrizioni in lingua greca scolpite nella pietra calcarea.
Spiega Serroni: «Percorrendo non solo i Decumani ma anche i vicoli che vi si affacciano, è facile imbattersi in questi “resti” che, non considerati come “reperti archeologici”, sono esposti all’incuria all’abbandono, ammirati però dai turisti; spesso oggetto di atti vandalici, deturpati per alloggiarvi cancelli, cartelli pubblicitari o altro. In realtà, queste, che oggi sembrano solo pietre, sono le radici della napoletanità e hanno diritto a cura e rispetto».
In foto, Gianni Molaro nel suo atelier romano con il cantautore Amedeo Minghi