L’estate 2017 si è inaugurata a Napoli all’insegna della musica, che ha trovato una delle sue sedi ideali nei musei cittadini. A Capodimonte, nel programma di concerti figura la musica di strada che dai posteggiatori ci riporta ai trovatori e ai menestrelli, maestri di cappella mancati, liberi di girare il mondo in duo col loro strumento e di cantare, nelle miti notti del Sud, le loro serenate sotto le finestre aperte attirandosi talvolta i divieti dei custodi della quiete cittadina, tra i quali quelli di Federico II.
A Capodimonte il cappello posto accanto all’artista in attesa dell’offerta del passante è la messa in scena che fa parte della storia stessa della città: la musica da strada, che è poi riecheggiata nei teatri e nelle corti, nei saloni della nobiltà e sui palcoscenici di tutto il mondo.
Giungiamo nella bella sala Camuccini guidati dal pianoforte del maestro Rosario Ruggiero, musicista e studioso dal ricco curriculum e dalla profonda cultura musicale e storica. Accanto, nel Salone delle Feste, si dispiega in tutta la sua forza allegorica la splendida Parade di Picasso, sfondo di scena per un Balletto e immenso capolavoro, una parata di geni, da Satie a Cocteau a Lèonide Massine a Sergei Diaghilev a Picasso che vi figurano mascherati, seduti come in un presepe, taciti attori di un balletto che emblematizza la condanna alla guerra e alla morte.
Dipinto da Picasso dopo un viaggio di ricerca e d’ispirazione a Positano e a Napoli con Cocteau, il Balletto fu rappresentato a Parigi nel 1917. E qui accanto, nitide e ferme, le note del pianoforte contribuiscono ad educere da questo straordinario dipinto nuovi significati. Perché il maestro Ruggiero sceglie le sue musiche in assoluta libertà e sa dove trovare le corrispondenze di sensi e le sintonie analogiche e culturali tra le note e questi brani di colori che l’artista tracciò sul suo sfondo-sipario-logo cent’anni fa.
Anche il Museo compie gli anni in questo 2017, perché fu nel 1957 che lo splendido edificio a corona della collina venne inaugurato come Museo, dopo esser stato per oltre due secoli la Reggia-Museo più famosa d’Italia. Dimora di tre dinastie reali, i Borbone, i Savoia, i Murat, ognuno dei suoi re ne ampliò le sale, i viali boschivi e i giardini e una fabbrica di porcellana diffuse i suoi capolavori in tutto il mondo.
Ognuno dei sovrani che vi abitò l’arricchì di opere d’arte e ne sviluppò la pianta originaria e i più grandi architetti del tempo, da Medrano al Sanfelice, contribuirono a rendere la dimora-museo regale e il suo splendido parco la meraviglia che oggi risuona di musica e risplende di una bellezza che le note del maestro Ruggiero sembrano “inghirlandare come una cascata preziosa”, come recita un commento sul quaderno di sala per i visitatori. Dimora, dopo i Savoia, dei Savoia-Aosta, la bella Hèlene d’Orleans ne fece la corte più raffinata d’Italia e si prodigò in opere di assistenza, di carità e di diffusione della cultura presso il popolo. Tra le sue opere per Napoli, presso la Chiesa dove è sepolta, la Fontana detta della Duchessa con la sua laude francescana all’acqua è entrata nelle poesie e nelle canzoni di Napoli.
Lasciamo il Museo, seguiti dalle note del pianoforte che inneggiano a gioie perdute che forse solo questi luoghi possono evocare per qualche ora. E ci vien fatto di chiederci se questi artisti, musicisti, pittori, se l’immenso Picasso, se il raffinato Messine, se il poliforme Cocteau e se tutto quanto oggi ci ha fatto ancora credere per poche ore che la vita è bella, siano nati come espressioni consuete di quei tempi o se siano stati quei tempi a esser creati da loro: una schiera di geni che ha espresso l’arte e la musica, la poesia e la danza, il teatro e tutto quanto consente all’universo di esser tale in diverse, complementari e insuperabili forme. Vien fatto di chiedersi da dove siano usciti tutti insieme questi personaggi dalla esplosiva e multiforme creatività che ha diffuso nel mondo la bellezza e la fantasia, il dolore e le brevi felicità che appartengono alla vita, senza sciuparne la speranza e la bellezza. E non troviamo risposta, se non la consapevolezza amara della loro irripetibilità.
Il maestro Ruggiero suona al Museo il sabato e la domenica dalle 11 alle 12,30 e il giovedì dalle 20 alla chiusura. E venerdì 7 luglio presentera il libro “Elogio della civiltà musicale napoletana ” (edizioni Savarese), alla libreria Raffaello, in via Kerbaker 35 , al Vomero, alle 18, intervistato da Adriana Longarzo.
La tela di Picasso (in foto) resterà in esposizione fino al 10 luglio