Addio a Roberto De Simone/ Camera ardente nel foyer del Teatro di San Carlo e funerali al Duomo. Il messaggio del maestro: «Io penso che senza l’ironia e il sogno non si possa fare cultura»

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Qui sopra, De Simone durante la conferenza stampa al Teatro di Forcella. In copertina, Trianon Opera, foto di Chicca Ruocco

Addio a Roberto De Simone. Il pubblico che vorrà dargli un ultimo saluto potrà farlo domani, martedì 8 aprile, dalle 13 alle 19, nel foyer del Teatro di San Carlo dove il sindaco di Napoli e presidente della Fondazione del Lirico napoletano ha disposto l’allestimento della camera ardente.
Alle 13:30, il quartetto d’archi dei professori del Massimo partenopeo eseguirà il Requiem di Mozart in onore del Maestro. E ancora mercoledì gli si potrà rendere omaggio mercoledì 9 aprile (Manfredi ha proclamato per quel giorno il lutto cittadino) dalle 10 alle 14. Alle 16 saranno celebrati i funerali dal Cardinale Battaglia nel Duomo di Napoli.
Nella commozione generale che investe tutta la città, forte e sentita quella della Fondazione Trianon Viviani con il presidente Giovanni Pinto, con i consiglieri Igina Di Napoli e Antonio Roberto Lucidi, i membri del comitato di indirizzo Francesco Somma e Rosaria Troncone, la direttrice direttore ‎artistica Marisa Laurito.
Ed è proprio Laurito a sottolineare che «si è spenta un’altra luce potente su Napoli con la scomparsa del maestro Roberto De Simone. È stato un genio insostituibile, con cui ho avuto l’onore di lavorare quando ero una giovane attrice. Gli sono molto grata per aver voluto regalare al nostro teatro la sua ultima opera, che nel titolo porta il suo nome Trianon opera. Tra pupi, sceneggiate e belcanto, diretto da Davide Iodice, con la direzione musicale di suo nipote Alessandro. Al maestro dobbiamo grande riconoscenza e amore per tutto quello che ha regalato alla città di Napoli e alle emozioni e alla gioia che ha regalato a tutti noi con le sue splendide opere».
Classe 1933, compositore, (etno)musicologo, drammaturgo, regista teatrale, scrittore, Roberto De Simone è stato una figura di straordinaria importanza per la cultura internazionale, che ha dedicato la sua vita alla ricerca, alla valorizzazione e alla reinterpretazione del patrimonio musicale e teatrale della tradizione napoletana.
Fondamentale il segno che lasciato nella storia culturale del nostro Paese con opere come La gatta Cenerentola, capolavoro che ha rivoluzionato il teatro musicale italiano e ha contribuito a salvare dall’oblio importanti tradizioni popolari.
Significativo il suo legame con il Trianon Viviani: fu proprio lui, a inaugurare la riapertura del teatro nel dicembre del 2002, con una originale riscrittura melodrammatica di Eden teatro di Raffaele Viviani, segnando l’inizio di una nuova vita per questa storica istituzione nel cuore di Forcella.
Un sodalizio rafforzato con Trianon opera, prodotta dal Trianon Viviani con Rai Cultura e trasmesso da Rai5. Questa sua ultima opera è ancòra fruibile su RaiPlay: raiplay.it/programmi/trianonopera
Alla presentazione alla stampa di questo spettacolo, il 22 aprile 2021, il Maestro ribadiva alcuni concetti fondamentali della sua poetica: «Io penso che senza l’ironia e il sogno non si possa fare cultura. La figura del Diavolo nel testo teatrale rappresenta la morte dell’immaginario: la cultura contemporanea, con la sua attenzione eccessiva alla tecnologia e a un finto naturalismo, con gli attori che recitano con il microfono, parlandosi addosso anziché declamare, come si faceva nella la tragedia greca, nell’opera e nel vecchio teatro di Pulcinella. Tutto ciò sta uccidendo l’immaginario, che un tempo era alimentato dal teatro e le conseguenze di questo si faranno sentire in futuro».
Per saperne di più
teatrotrianon.org/media/video-conferenza-stampa

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