Il mare. La forte esigenza di conoscerlo. Contenitore di tutte le memorie del mondo. Avvicinarsi a quella profonda e infinita distesa d’acqua, significa recuperare anche tutti i ricordi privati. E’ una spinta che la napoletana Ilaria Abbiento, allieva di Antonio Biasiucci, sente fortissima e che la porta a realizzare un lavoro in mostra fino al 22 settembre nello spazio espositivo Al Blu di Prussia in via Filangieri 42 (Napoli).
Uno sguardo profondo il suo, accomunato dalla curatrice Valentina Rippa alla visione di altre due fotografe, la newyorkese Gail Albert Halaban e la romana Valentina Vannicola. Quattro donne per una mostra minimalista, intensa, nitida, dal titolo carico di sfumature emotive: Così vicini così lontani.
Nel Mediterrano, i ricordi d’infanzia. «Di quando mio padre mi ha insegnato a galleggiare. Tutto parte da un’opera che ho donato alla collezione d’arte Imago Mundi della Fondazione Benetton, Lido Conchiglia in cui ho ritratto mio padre che s’immerge in acqua con mia figlia. Lei lo segue, di schiena… Una sorta di déjà vu… Ripercorro all’indietro la mia vita… Lui che accompagnava me… Adesso Greta».
Il suo polittico “Cartografia del mare” è stata costruito da un progetto cui Ilaria sta lavorando da due anni, Linea di costa. L’autrice ha ripreso tutto il tratto del golfo di Napoli. In questo periodo, tornando a casa, come in un rituale, ha collezionato il mare, vedendolo ogni volta sempre diverso. E questa carta nautica, che è stata la sua guida, Ilaria l’ha tagliata, inserendola in frammenti, insieme a dodici sguardi sul mare, simboli dei suoi differenti stati d’animo. Il suo oceano interiore.
E poi c’è un’altra immagine, un faro che potrebbe essere in qualsiasi punto del mondo, e, ancora, quella di donne di cui non si vede il volto, protese verso l’orizzonte in attesa di qualcosa che verrà, di un cambiamento, di una nuova ipotesi di esistenza.
La sospensione è l’idea che unisce Ilaria, Gail e Valentina. Quest’ultima immortala la sua Maremma laziale come se fosse un panorama dantesco, oscillante nel tempo dell’arte. Protagonisti sono gli abitanti del luogo che diventano attori del suo palcoscenico fotografico. Esterni, ma anche un interno di famiglia osservato da una bambina che rivede se stessa riproiettata nella propria casa, “ombra di luce ” sul passato.
Parigi è la città della ricerca di Gail che cattura l’apparente intimità dalle finestra. Tuttavia, le figure che si stagliano dai vetri hanno coscienza di quanto sta accadendo. C’è un occhio che le sta spiando, fotografando e mettendo in connessione tra loro. Estranei che entrano in sintonia. L’indicibile diventa così visibile.
ORARI DELLA MOSTRA: dal 12 Maggio al 22 Settembre 2017, mar-ven 10.30-13.00/16.00-20.00, sab.10.30-13.00. Ingresso libero. Brochure della mostra in galleria, Paparo Edizioni
Per saperne di più
www.albludiprussia.com