Scendono in campo i fotografi esordienti napoletani, lo scenario è il Kestè di Napoli (via San Giovanni Maggiore Pignatelli), il background è l’Accademia di Belle Arti e il curatore-regista dell’iniziativa è Mario Laporta, fotogiornalista e professore dell’accademia napoletana. “L’incontro con Fabrizio Caliendo, titolare dello spazio – spiega Laporta – è stato fondamentale per costruire questa iniziativa la sua idea era di esporre i lavori realizzati dalla mia agenzia fotografica, io ho rilanciato proponendo i lavori degli studenti dell’accademia, che si alterneranno in una serie di dieci mostre fino a luglio”.
Un’occasione per il pubblico di avvicinarsi con un’istituzione che forma gli artisti del domani ma anche la possibilit per gli studenti di confrontarsi con la realt espositiva “Essere oggetto di critiche positive e negative – continua il curatore – ma anche cimentarsi con le fasi tecniche di scelta delle opere, post produzione, allestimento”.
Per l’edizione di quest’anno sono stati selezionati dieci dei quarantotto ragazzi candidati, ma l’anno prossimo si continua, probabilmente all’interno del nuovo spazio, esclusivamente destinato all’attivit espositiva, che il Kestè è in procinto di inaugurare.
Insomma l’accademia esce dal palazzo e si mescola alla gente, la teoria si traduce in pratica e consente ai talenti di vedere la luce “E’ difficile farsi largo nel mondo della fotografia – racconta il professore – perch è un mestiere che arricchisce ma comporta molti sacrifici sul piano personale, in tanti cambiano strada. Per questo è importante accompagnare gli allievi fino alle prime esperienze lavorative, insegnargli come vendere le proprie foto, altrimenti anche il più grande talento resta fuori dal giro”.
Ma quello della fotografia è un mercato chiuso e i veterani talvolta temono l’ingresso delle nuove leve “La concorrenza fa paura, ma io credo che quando è leale possa solo spingere a fare meglio, a non appiattirsi verso il basso”. Parole di un insegnante generoso che non teme di dare e non si stanca di trasmettere.
In mostra fino a domenica 3 maggio c’è Sara Trapani e la presenza femminile è prevalente nell’iniziativa “Le donne portano nuova sensibilit in un contesto fortemente dominato dal machismo” commenta Laporta. Trapani ha svolto un lavoro sui volti, ha fotografato le espressioni dei manifestanti della Fiat di Pomigliano d’Arco, “Nei loro occhi c’è sgomento più che rabbia, è una visione nuova del fotogiornalismo, più intima di quella a cui siamo abituati ma comune nella stampa estera, che manifesta una sensibilit più sottile”. Il territorio si racconta anche cos.
Info www.keste.it
In alto una fotografia di Sara Trapani, in basso gli scatti di Claudia Nuzzo e Giuseppe Barbato, protagonisti al Kestè nei mesi scorsi.
Il Kestè di Pozzuoli ospita Paolo Bosso
Si inaugura questa sera, 29 aprile ore 18.30, al Kestè D’Inner di Pozzuoli (Corso Umberto I) la personale di Paolo Bosso “Cambiamenti in… gioco” a cura di Lorenza Ercolino.
Venticinquenne napoletano, filosofo, Bosso è un sognatore dall’animo “lucido”, figlio disilluso del suo tempo, ma reattivo promotore del sottile meccanismo comunicativo, dell’immagine beffarda, del gioco metaforico, del simbolo.
Suo fondamento è di condurre l’osservatore a monopolizzare, nella trasposizione letteraria dei suoi scatti, il senso del grottesco, la satira di una citt stanca che vive caricandosi di tutti i suoi compromessi paradossali, citt vissuta appieno dall’autore in differenti situazioni.
Un giovane pensatore che, speculando sul mondo attraverso un dialogo per immagini, si diverte a contemplare e, al tempo stesso, denunciare tutto ciò in cui si imbatte.
Una trasposizione più sognante, in chiave espressamente ironica, dell’effetto che il caso ottiene sulla progettualit e sui mezzi a disposizione, per effettuare un cambiamento, un’osservazione, un gesto qualsiasi, atto alla comunicazione e mai fine a se stesso.
Paolo Bosso “Cambiamenti in… gioco”
Dal 29 aprile al 10 maggio al Kestè D’Inner, Corso Umberto I, Pozzuoli
Inaugurazione 29 aprile ore 18.30