L’appartenenza territoriale è importante tanto quanto l’inclusione e il rispetto delle differenze culturali. Questo è uno degli obiettivi del progetto ”Napoli e i Campi flegrei tra miti, misteri e leggende” che ha visto di recente gli alunni dell’Istituto “Gioacchino Rossini” di Napoli all’Archivio Storico, premium bar e ristorante di via Scarlatti. La visita è stata una tappa importante del progetto che ha come finalità la realizzazione di una brochure e di filmati a carattere informativo e descrittivo sulle leggende popolari e gastronomiche partenopee e dell’area flegrea, con la presentazione di una ricetta tradotta nelle diverse lingue studiate.
Un progetto dunque che si muove su più orizzonti per favorire anche la crescita delle competenze linguistiche e comunicative. Così, gli alunni in questi mesi stanno sviluppando questo percorso di ricerca su miti e leggende locali attraverso la lettura di testi appositamente selezionati, coadiuvate da uscite didattiche. Tra queste, la visita all’Archivio Storico, dove il patron Luca Iannuzzi ha illustrato loro la Napoli del Settecento ai tempi dei Borbone e quella dell’Ottocento di una Napoli facente parte del Regno d’Italia governato dai Savoia, con un particolare approfondimento sulla cucina a cavallo tra i due secoli, per consentire ai futuri professionisti del settore di avere una visione d’assieme che comprenda un solido fondamento di conoscenze storiche oltre che di evoluzione della cucina contemporanea.
L’Archivio Storico di via Scarlatti si conferma dunque come nuovo luogo di incontro, unico nel suo genere per stile e cura dei particolari. Le cinque sale principali sono dedicate ai cinque re (e alle rispettive regine) che hanno reso fulgido il Regno delle Due Sicilie: Carlo, Ferdinando I, Francesco I, Ferdinando II e Francesco II. Fanno poi capolino le immagini dell’ultimo pretendente al trono delle Due Sicilie, l’erede legittimo, Sua Altezza Reale il Principe Carlo di Borbone, Duca di Castro e Gran Maestro di tutti gli Ordini Dinastici. Nelle cucine del ristorante vengono preparati piatti raffinati recuperati dai ricettari dell’epoca dei Borbone – scritti dai Monzù (così un tempo venivano definiti i grandi cuochi che arrivavano a Napoli da Parigi per rendere gourmet la cucina popolare) – e che oggi vengono reinterpretati da Luca Iannuzzi, coadiuvato da uno staff d’eccezione.