Maria Eichwald, raffinata delicata farfalla, è la Cenerentola che ha volato, la sera del 9 marzo, sul palco del San Carlo di Napoli estasiando il pubblico applaudente assiepato fino al 6° piano. Tra il pubblico alcune centinaia di allieve delle varie scuole di danza della Regione hanno sognato a occhi aperti il loro futuro. Le piccole di pochi anni hanno, negli intervalli, imitato passi di danza nei corridoi. La vita per loro è ancora sogno come la romantica favola in scena.
Per le giovanette è lecito sognare l’incontro col principe solo al buio della notte. Alla luce del giorno, la vita va vista ad occhi aperti per distinguere il lazzaro tra chi si frequenta. Nella favola la fanciulla perde, in un momento di estasi regalato dal fortuito caso, solo la scarpetta, ossia la verginità, vivendo il sesso in un’attrazione spasmodica simile all’estasi d’amore. In scena, Giuseppe Picone, coreografo, ha brillantemente esaltato il primo incontro di Maria con Alessandro Staiano nel ruolo del principe. Maria vola alto, rotea intorno, apre corpo e anima per far suo ogni attimo di quella gioia che allontana dalla sua mente la tristezza della realtà.
La favola, in tenera età, viene ascoltata con piacere per la gioia che provoca nel vivere tra le tante affettuosità della mamma e dei fratelli più grandi. Essa è triste ma vera tanto che fa ricordare una frase detta spesso da Eduardo: “i parenti sono come le scarpe, più sono stretti più fanno male”.
La favola portata in scena è di Charles Perrault (1628-1703), che si ispira a La Gatta Cenerentola del napoletano G. Basile. Oltre alla matrigna, padre, sorellastre, ci sono la fata, le quattro stagioni, duchesse, cavalieri, stilista e sarte. Tanti personaggi danno la possibilità di portare sul palco il Corpo di ballo del Massimo.
L’effetto scenico abbaglia e mostra la nota eccellente bravura della Scuola. Le musiche, tra cui uno spicchio di danza spagnola e araba, che rendono la favola reale ad ogni latitudine e in ogni cultura, sono di Sergej Prokof’ev ed eseguite dall’Orchestra dl San Carlo, diretta da Nicola Giuliani, che ha ricevuto frequenti applausi. Eleganti i costumi ideati da Giusi Giustino che rendono più sontuose le scene di Nicola Rubertelli, che con i ballerini sembravano pitture di Raffaello nelle stanze del Vaticano o sontuose simili a quelle della scuola veneta di Tiziano o di Bellini.
Maria Eichwald, étoile di origine kazaka, stella della compagnia tedesca Stuttgarter Ballett, ha esaltato il personaggio rendendolo umanamente sofferente negli abiti color cenere mentre veniva umiliata e respinta dalle due sorellastre.
Diventa Sogno, Ninfa, Tersicore, nei suoi assoli o con Staiano. Ha dimostrato di aver meritato i tanti premi internazionali. Picone, artista della danza, conclude la sua personale romantica interpretazione della Cenerentola con veli da sposa portati in scena sul finale. Spettacolo sobrio, raffinato, emozionante.
(Fino a domenica 12 marzo)
In foto, Cenerentola-Maria
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