Čarodejka(l’Incantatrice) opera in 4 atti di Pëtr Il’ič Čajkovskij (1840-1893) al San Carlo dal 17 al 25 febbraio. La prima, venerdì 17 ore 20, dopo 130 anni dalla sua composizione, in Italia al Massimo di Napoli, nella Stagione Lirica e di Balletto 2016/17. Il teatro è arte che inventa sempre se stessa portando in scena il classico per ricordare insegnare educare. Il San Carlo, oltre ad assolvere la funzione come gli altri teatri, stupisce stampa e pubblico ad ogni suo evento. In conferenza, alunni del Liceo Vico in sala e cast con giornalisti sul palco.
Cinque alunni della IV M si sono esibiti in una breve performance nel ruolo dei personaggi più importanti. Gli studenti sono stati chiamati a svolgere, all’interno di un progetto alternanza scuola/lavoro, uno studio sulla drammaturgia dell’opera, che sfocerà nella realizzazione di un cortometraggio che verrà trasmesso nelle scuole di Napoli e sui canali del San Carlo che è anche Scuola dall’infanzia alla maggiore età. Educa divertendo secondo il dettato di Platone, rende gli alunni protagonisti, stimola ottimismo, speranze e scelte future, ma, più di tutto, socializza per eliminare devianze delinquenziali, bullismo, omofobia, apatia, fuga dagli studi.
Rosanna Purchia sovrintendente, Paolo Pinamonti direttore artistico, Stephane Fournial direttore scuola danza con i loro collaboratori sono promotori dei tanti successi. Con loro Paolo Giulierini per il Mann, Andrea Viliani per Il Madre, la Giunta comunale e altri sono in prima fila nel ritorno di Napoli sul podio del turismo per i tanti pregevoli eventi culturali. Non è poca cosa che Carla Fracci milanese e direttrice a Roma festeggi i suoi 80 anni al “ paradiso della danza”; una prima italiana a Napoli di Carodejka’ che debuttò al Mariinskij di San Pietroburgo nel 1887, sotto la direzione dello stesso Cajkovskij, e fu composta tra il 1885 e il 1887, durante la piena maturità artistica del musicista russo; la città con più turisti a dicembre e alberghi già prenotati per il prossimo; il Museo Archeologico, domenica 5 febbraio, più visitato in Italia; l’aeroporto Capodichino avrà a breve più di 2 milioni di arrivi; ed altro.
Napoli fa sognare, incanta ammalia seduce. Mark Twain nel 1868 “Vedi Napoli e poi muori” Bene, non ritengo che si debba morire dopo aver visto questa città, ma forse a tentare di viverci”. Mozart nel 1770 “Napoli è bella, ma c’è tanta gente come a Vienna e a Parigi e quando esce il sole si nota subito che si è a Napoli”. Stendhal 1817 “Non è possibile dimenticare Napoli”.
L’incantatrice è su libretto del drammaturgo russo Ippolit Vasil’yevich Shpazhinsky (1844 –1917), tratto dall’omonima opera teatrale che Shpazhinsky aveva portato in scena nel 1884. Sul podio, per questa importante produzione del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo in collaborazione con il Teatro São Carlos di Lisbona, il giovane direttore d’orchestra Zaurbek Gugkaev, allievo di Valerij Gergiev alla guida di Orchestra e Coro stabili.
Il titolo vede anche la partecipazione del Corpo di Ballo del Teatro di San Carlo e la coreografia di Renato Zanella. Il cast vocale, composto dai solisti del Teatro Mariinskij, in un progetto di Larisa Gergieva, Direttore Artistico dell’Accademia del Teatro Mariinskij, annovera Marija Bajankina(17, 24, 25 febbraio) che si alterna a Ekaterina Latyševa(18, 19 febbraio) nel ruolo della protagonista, Nastas’ja, detta “Kuma”, padrona di una locanda presso il fiume Oka; Jaroslav Petrjanik(17, 24, 25 febbraio) EIvan Novoselov(18, 19 febbraio) in alternanza nel ruolo del Principe Nikita Kurljatev, vicario del Gran Principe a Nižnij-Novgorod, Ljubov’ Sokolova, nei panni della Principessa Evpraksija Romanovna, sua moglie, Nikolaj Emcovè invece il Principe Jurij, loro figlio, Aleksej Tanovickijricopre il doppio ruolo di Mamyrov, un anziano diacono e di Kud’ma, lo stregone, Ljudmila Gradovaè Nenila, sua sorella dama di compagnia della principessa.
La regia è del britannico David Pountney, firmano scene e costumi rispettivamente Robert Innes-Hopkins e Tatyana Noginova. “All’apparenza Nastas’ja è una donna perduta […] ma nell’intimo della sua anima c’è una forza, la forza dell’amore. Per questo amore lei è pronta a sacrificare tutto. […] Perché, altrimenti, si amerebbero personaggi come Violetta o Carmen?”. Così Cajkovskij descriveva il personaggio di Kuma in una lettera indirizzata a Emilija Pavlovskaja, che avrebbe dovuto ricoprire il ruolo della protagonista.
‘L’incantatrice’ di Shpazhinsky è una tragedia basata su una leggenda del XV secolo ambientata nella città russa di Nizhny Novgorod, che debuttò nel 1884 presso il Teatro Maly, e superò presto, in quanto a numero di rappresentazioni, tutti gli altri spettacoli di Mosca e San Pietroburgo. Nel ruolo della protagonista Nastasya, detta ‘Kuma’, grandi attrici come Maria Ermolova e Maria Savina. Molto colpito dall’opera, fu lo stesso Cajkovskij, che ne vide una messa in scena nel 1885, a chiedere a Shpazhinsky di trarne un libretto. L’azione prende le mosse nell’ultimo quarto del quindicesimo secolo presso una taverna di Nizhny Novgorod. Nastas’ja (Kuma), l’affascinante proprietaria della taverna, si è inimicata, respingendolo, Mamyrov, braccio destro del principe Nikita Danilovich Kurliatev. Mamyrov per vendicarsi diffonde la voce che Nastas’ja sia un’incantatrice in grado di far innamorare di sé qualsiasi uomo le si palesi di fronte. Nikita Kurljatev, padre del principe Jurij, si innamora follemente di Natas’ja ma, non essendo corrisposto, cerca di ottenere comunque il consenso della ragazza. Mamyrov racconta tutto alla moglie di Nikita, la principessa Evpraksija, mentre suo figlio Jurij giura di vendicarla. Quando arriva di fronte a Natas’ja il principe Jurij si rende conto di esserne innamorato. Insieme i due progettano di fuggire durante la notte, ignari delle trame ordite da Mamyrov, desideroso di vendetta non solo nei confronti di Nastas’ja ma anche sulla famiglia di Nikita, su cui la sua perfidia produrrà effetti devastanti. La narrazione, che dischiude gli elementi tipici della fiaba russa, presenta spunti che non lasciarono immune Cajkovskij, reduce da numerosi viaggi in Europa, ammiratore dell’opera italiana, francese e tedesca, spettatore assiduo nelle grandi capitali europee: ad esempio il conflitto tra padre e figlio, causato da una donna ‘incantatrice’, rapporto chiave sia nella ‘Traviata’ e nel ‘Don Carlo’ di Verdi. E la donna incantatrice la ritroviamo in ‘Carmen’ di Bizet, del 1875, che folgorò Cajkovskij. Gli elementi magici, propri dei racconti popolari russi, sono comuni anche alle saghe germaniche cui attinse Wagner e che Cajkovskij ebbe modo di applaudire proprio a Bayreuth. “[ … ] A Bayreuth abbiamo assistito a qualcosa che i nostri nipoti e i loro figli ancora ricorderanno […]”, scrisse il compositore russo che assistette all’inaugurazione del Festival nel 1876, in qualità di corrispondente per un giornale. Napoli, città inventrice in età latina del teatro con le Atellane e il popolo protagonista in scena al posto degli dei e degli eroi, stimola, in questi anni, tutti a farla tornare sul palco mondiale della cultura. Basta poco. Tutti i ruoli sono importanti e indispensabili per aprire il sipario dal divo all’addetto delle scene e pulizie. Le attività culturali creano lavoro. Napoli ha bisogno di posti di lavoro per evitare a tanti di arruolarsi nella criminalità e ai molti immigrati che preferiscono vivere nuovi sogni tra noi.
Pinamonti, direttore artistico a Lisbona fino al 2015, si è mostrato felice di portare l’opera nella città di Partenope, Sirena delusa di non aver incantato Ulisse. Il napoletano, amico di chi arriva in città, si farà ammaliare da Marija e Ekaterina, nel ruolo di Carodejka, dal cast, dalla bravura del giovane direttore, dalla musica, da Orchestra e Corpo di ballo del San Carlo.