Ma Azrael le farà rivivere anche quello cui la nostra artista anelava di più di ogni altra cosa al mondo, l’amore. A pochi passi dal Borgo di Sant’Antonio Abate – cuore di Napoli- entriamo nella magica cornice della Francia, con lo spettacolo “Verso il mito. Édith Piaf: le canzoni, gli amori”, di Giammarco Cesario e Antonio Mocciola.
I due autori ripercorrono la vita di un’icona della canzone francese. E descrivono con gran classe chi era questa donna, quali i suoi tormenti, i suoi sogni. Lo fanno con una drammaturgia raffinata, parlando di un’artista che ha fatto tremare il teatro Olimpya di Parigi. Senza emulare nessun altro spettacolo già realizzato, con una scrittura e una messinscena innovativa, proponendo uno spettacolo bellissimo, ricercato nei dettagli.
Il regista, Gaetano Liguori, storico direttore artistico del teatro Totò, fa scelte oculate cominciando dalle musiche del grande Lino Cannavacciulo, ma anche le luci, le scene, i costumi, sono in una perfetta chiave romantica, mai scontata.
Apertura sipario, fasci di luce illuminano l’artista in scena, Francesca Marini che interpreta Edith Piaf. L’attrice inizia a raccontare le sue strade, entra Azrael – Massimo Masiello- e inizia la magia.
I nostri due attori-cantanti, davvero eccezionali, faranno emozionare il pubblico, con le loro voci che irrompono prepotentemente nel teatro, entrando nelle vene dello spettatore. Saranno feriti da fasci di luce che, come colpi di sciabole, attraverseranno le loro figure. Duetteranno gli interpreti che hanno fatto innamorare il mondo: George Moustaki, Yves Montand, Aznavour, Gilbert Becaud, mentre alle loro spalle scivoleranno -proiettati su un grande schermo- immagini e filmati in bianco e nero che faranno rivivere momenti di storia, ma che decriveranno anche quanto gli uomini abbiano sfruttato l’immagine della diva per raggiungere il successo e poi abbandonarla.
Tranne il bellissimo affascinante, Marcel Cardan, asso dello sport, che veramente amava Edith e che morì tragicamente in un incidente aereo, lasciando la diva nella totale disperazione. Piena di sensi di colpa per aver chiesto all’amato di raggiungerla.
Il regista li guida proponendo gestualità che affascinano il pubblico (numeroso). Ottima la scelta dei brani. Gli spettatori sul finale chiedono il bis. E Masiello offre di nuovo “L’Istrione” mentre Marini rieinterpreta “Je suis malade”.
Il pubblico si alza in piedi, tributando un interminabile applauso agli attori, al regista e agli autori. Gaetano Liguori chiamato sul palco, ringraziando dice: «Totò, principe della risata,oggi viene ricordato per il grande artista che è stato, ma scoprono adesso Totò? Noi ci abbiamo pensato venti anni fa, dedicando questo teatro all’indimenticabile artista, un teatro che va avanti grazie a un affezionato pubblico e a tutti i numerosi abbonati».
Liguori ringrazia tutti gli ospiti, compreso un gruppo di francesi che hanno assistito incantati alla rappresentazione. Una bella serata davvero. Abbiamo avuto l’impressione che persino la bombetta di Totò- posta sopra la parete del palcoscenico- fosse contenta di aver assistito a questo momento di musica, tenerezza, professionalità. Ci auguriamo che nella prossima stagione vengano proposte dagli autori e dal regista operazioni simili, magari con gli stessi interpreti, con storie di altre famose artiste come Milly o Dalida
Vi chiederete dove Azrael porterà il “passerotto?”. Potrete scoprirlo assistendo allo spettacolo in scena anche stasera, sabato 29, e domani 30 aprile, alle 21, in programma sul palco di via Francesco Cavara (tel. 0815647525). Uno spettacolo da non perdere per riascoltare “l’usignolo” della canzone, la donna che, nel suo declino psicologico e fisico, scuoteva gli animi. Imprigionata in quel piccolo corpo martoriato da amore, alcol e psicofarmaci, capace di produrre il canto delle Sirene che ammaliava il mondo.
In alto, Marini e Masiello in scena
VERSO IL MITO Édith Piaf: le canzoni, gli amori
Per saperne di più
http://www.teatrototo.it