Il rapporto che c’è tra Napoli e San Gennaro non è come quello tra un’altra qualsiasi citt ed il suo santo patrono. un rapporto di simbiosi, di penetrazione completa del Santo nella vita dei fedeli e negli aspetti della societ e della tradizione partenopea. Non è una semplice adorazione, l’aspettativa e la speranza di protezione, no, non è solo questo, è l’affidarsi a questa presenza inequivocabilmente incommensurabile eppure quasi tangibile, che fa sentire la sua vicinanza a volte in maniera eclatante, altre volte in maniera più intima e personale.
Gi , perch i miracoli di San Gennaro non si limitano all’ormai celebre liquefazione del sangue, che chiama fedeli napoletani e pellegrini da tutto il mondo a pregare e supplicare il Santo, ma si rispecchiano e si ritrovano anche in delle piccole cose, cose magari sorprendenti e totalmente inaspettate. Ed è forse in quest’ottica che si celebra in questi giorni, a Napoli, il ritrovamento in vero e proprio tesoro, nascosto e dimenticato per secoli all’interno dei grandi armadi delle sacrestie e dell’archivio storico.
Sette preziose incisioni su rame,attribuite a Luca Giordano e Francesco Solimena; pietre marmoree e stampe del 700; disegni e bozzetti originali firmati da Cosimo Fazango e Francesco Grimaldi; una pergamena del 1716 con il cerimoniale del miracolo della liquefazione del sangue; questi e tanti altri capolavori, sono i protagonisti della mostra “I Volti di San Gennaro”, organizzata dal Museo del Tesoro di San Gennaro, proprio per festeggiare il loro ritrovamento quasi casuale, quasi miracoloso, appunto, esponendoli per la prima volta, fino al 30 giugno, nelle sale del Museo.
Un itinerario attraverso le raffigurazioniche, nel corso dei secoli, alcuni tra i più grandi artisti della Storia hanno dedicato a San Gennaro, articolato in tre sezioni, la prima delle quali esporr , oltre ai gi accennati, moltissime opere inedite del Tesoro di San Gennaro ed altri emozionanti documenti (come il progetto originale di Cosimo Fazango per la realizzazione della Guglia di San Gennaro del 1631 di Piazza Riario Sforza a Napoli; i disegni originali e le medaglie fatte coniare da Gioacchino Murat per i componenti della Deputazione della Cappella di San Gennaro) oltre ai capolavori, di altre strutture museali, dei grandi artisti che hanno raffigurato il Santo (ad esempio il trittico di Luca Giordano e il seicentesco dipinto di Oronzo De Leoni del complesso dei Girolamini di Napoli). Una seconda sezione della Mostra invece riguarda la proiezioni di film che nel corso degli anni sono stati dedicati al Santo Patrono di Napoli, tra i quali “Operazione San Gennaro” di Dino Risi e “Passione” di John Turturro, “Il re di Poggioreale” di Duilio Coletti e “La repubblica di San Gennaro” di Massimo Costa. Una terza sezione, infine, è riservata alle foto d’arte di Roberto Stella (immagini relative all’antico busto in oro e argento di San Gennaro del 1305 che tendono a svelare i misteri simbolici del volto del Santo, attraverso differenti ed insolite visioni) e a “San Gennaro profano”.
Sono inoltre proposte in questa sezione numerose immagini di curiosi prodotti realizzati con l’immagine di San Gennaro, dai pomodori alle statuine, dai gadget della squadra del Napoli alla pizza. Il percorso si conclude poi con una selezione di immagini digitali proiettate su otto maxischermi ad alta definizione, grazie ai quali i visitatori possono terminare il proprio viaggio in maniera interattiva, scoprendo le innumerevoli opere dedicate, da duemila anni ad oggi, a San Gennaro, tramite la banca dati di catalogo del Centro Regionale per i Beni Culturali della Campania che ha raccolto ed elaborato, grazie all’intesa tra Regione Campania e Ministero per i Beni e le Attivit Culturali, circa un milione tra schede di catalogo, immagini digitalizzate, cartografia e documentazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico della Campania.
Un’altra esperienza fantastica, dunque, un’altra prova di quest’immenso amore della citt e dei suoi abitanti per il Santo Patrono, un amore che è lo stesso degli oltre 25 milioni di devoti provenienti da ogni parte del Mondo, ma che solo a Napoli trova il suo effettivo, verace, carnale compimento.
In foto, particolare dell’invito