Ha raddoppiato i visitatori grazie alla nuova direzione. Manager, più che direttore, Paolo Giulierini ne ha valorizzato i punti di forza contando su uno staff “formidabile”, come lui stesso non manca di sottolineare ogni volta che presenta le iniziative dall’ex Palazzo degli studi. E, l’Archeologico, il Museo per eccellenza, così come lo chiamano i napoletani, sul tavolo delle tante proposte lanciate negli ultimi tempi, offre anche una collana editoriale (oggetti rari e preziosi al Mann) per mostrare ai lettori gli oggetti rari e preziosi custoditi in questo scrigno delle meraviglie, non visibili al pubblico, conservati nei suoi depositi.
Due nuove pubblicazioni, dopo Le memorie del vaso blu, del giugno 2016, dove protagonista è un piccolo capolavoro ritrovato a Pompei, nel 1837, in una piccola tomba. Sul fondo color cobalto disegni bianchi, in rilievo vetroso, tratteggiano bambini durante una vendemmia.
Ancora per il marchio editoriale milanese, 5 Continents, vedono la luce ora Amazzonomachia e Centauri, sempre con medesima formula: l’affascinante racconto di Valeria Sampaolo, conservatore capo delle collezioni all’Archeologico, è accompagnato dalle splendide foto di Luigi Spina. Tutti e tre i volumi hanno stesso numero di pagine, 80, e uguale prezzo, euro 22, 50.
In “Amazzonomachia” scopriamo il cratere a volute decorato dalla scena di combattimento tra greci e amazzoni, rinvenuto a Ruvo da due collezionisti, un canonico e un farmacista, sempre nella stessa metà dell’Ottocento. L’oggetto potrà essere ammirato dai visitatori del Museo non appena sarà riallestita la sezione riservata alla Magna Grecia. Bellissimo per la statura imponente dei suoi personaggi, è stato realizzato dal pittore dei Niobidi, ch,e ispirandosi alla pittura di Mikon o Polignoto, di cui non è rimasta traccia, lascia testimonianza di un mondo artistico scomparso.
Centauri racconta, invece, la decorazione dei due canthari ripescati negli scavi pompeiani in quella che è stata definita la casa dell’argenteria. E qui lo sguardo si sofferma sulle cene composte da centauri, centauresse e amorini. Magnifici e fragili, sono tutelati da un ambiente climatizzato.
Libri che rappresentano una documentazione importante, sorgente di conoscenza per l’occhio e la mente. Valorizzano finalmente anche quello che non si può vedere. Confermando quanto Napoli e la Campania siano ricche di passato, presente e futuro. E come l’Archeologico partenopeo sia apripista e carta vincente per la loro mondializzazione.
In foto, le tre copertine dei volumi dedicato agli oggetti invisibili dell’Archeologico
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Inchiostro “Amazzonomachia” e “Centauri”: due nuovi libri svelano oggetti rari custoditi nei depositi...