Compiono 30 anni le giornate FAI di primavera. Un’edizione che enfatizza il triplice rapporto tra cultura, senso civico e ambiente, sebbene la festa per il trentennio resti solo nelle intenzioni, per il dramma della guerra, cieca distruttrice, tra gli altri, di templi della cultura. Un esempio è il teatro drammatico di Mariupol. Sabato 26 e domenica 27 marzo.
Quindi il Fai, che in occasione della conferenza stampa per le giornate (tenutasi per la Campania nel Chiostro della Basilica di Santa Maria alla Sanità) annuncia l’avvio della collaborazione con il ministero della cultura volta a individuare, ricostruire e tutelare un bene ucraino toccato dalla guerra. Questo, ovviamente a conflitto ultimato.
Per il momento la vicinanza al popolo ucraino sarà manifestata esponendo la bandiera oro blu in tutti i beni di proprietà del Fondo aperti per le giornate, e introducendo tra i tour linguistici anche quello in lingua ucraina.
Ma cosa sono le giornate di primavera e come si inseriscono nel processo di cittadinanza attiva e cura culturale che il fondo porta avanti da anni?
Il Fondo ambiente italiano (Fai) che nasce nel 1975 sulla falsa riga del National Trust Inglese, tutela gli ambienti naturali e culturalmente rilevanti del composito tessuto paesaggistico del Belpaese. Questo con un dialogo diretto tra privati, istituzioni e cittadini, chiamati ad orientare la loro attenzione alla tutela dei luoghi di interesse della loro zona.
Da 30 anni, in occasione dell’inizio della primavera, il Fai apre ai visitatori luoghi comunemente tenuti chiusi, alcuni di proprietà del Fondo, altri di privati. Il comune denominatore tra i vari posti è la loro capacità di trasmettere pezzi della storia e della cultura italiana.
Il tutto grazie al lavoro di molti volontari, nell’ordine delle migliaia, tra cui quelli che vengono definiti Apprendisti Ciceroni, studenti delle superiori che si prestano ad un’esperienza formativa tra le bellezze della loro terra. Questo grazie ad importanti donazioni da sponsor ufficiali e privati.
Nella loro trentesima primavera, le giornate Fai propongono circa 700 aperture in oltre 400 città italiane.
In Campania se ne contano 49 dislocate tra le cinque le province, con visite indoor ed esperienze che rasentano l’escursionismo, condotte assieme al CAI, e che daranno l’occasione di esplorare in sicurezza località come la Baia di Ieranto, unico bene di proprietà FAI in Campania.
A Napoli saranno aperti Orto Botanico e Villa Floridiana, con il museo Duca di Martina, e sarà dato largo spazio alla scoperta del quartiere della Sanità, con un itinerario corposo tra le Basiliche di Santa Maria e di San Severo, la Cappella dei Bianchi o il Palazzo de’ Liguoro di Presicce.
Riservato agli iscritti Fai, l’Ipogeo dei Cristallini, aperto al pubblico a partire dal giugno 2022 e che rappresenta un raro e completo esempio di pittura ed architettura ellenica.
Dall’altra parte di Napoli, a Pozzuoli, sarà aperta al pubblico in via eccezionale la Necropoli di via Celle, databile tra il I e il II secolo D.C., un interessante spaccato storico sul rapporto della cultura romana con l’aldilà.
A Baia apriranno il parco monumentale e il parco archeologico delle terme di Baia, mentre a Quarto sarà visitabile la Villa Romana del Torchio.
Per quanto concerne la provincia, a Portici, su prenotazione, aprirà al pubblico l’istituto zooprofilattico, una storia di ricerca e progresso iniziata nel 1806 mentre a Nola il museo Storico Archeologico permetterà ai visitatori di immergersi in una storia che sa di età imperiale e di tradizione cattolica delle origini.
A Sorrento vede l’apertura villa Cortchacow, con il suo giardino di 27.000 mq, suggestiva villa prediletta dall’alta società, con la calata di tufo a strapiombo sul mare e luna vista sul golfo che è solo sua. Inoltre sarà aperta al pubblico la villa romana dei bagni della Regina Giovanna.
Suggestioni interessanti anche quelle di Capri, con l’apertura del Centro Ignazio Cerio e la visita alla collezione privata del medico isolano con oltre 20.000 reperti naturalistici. Interessante anche la visita ai cimiteri, quello cattolico ma soprattutto quello acattolico, in cui verrà messa in scena la vita dei personaggi illustri che a Capri decisero di vivere e riposare per l’eternità.
Discorso analogo per le altre province. Salerno aprirà le porte dei luoghi di potere economico e politico: il Palazzo della Banca d’Italia, Palazzo della Camera di Commercio e, in via eccezionale, il Teatro Verdi. Per quanto riguarda la provincia, interesse rivolto al basso Cilento: a Marina di Camerota da segnalare la visita alla Chiesa di Santa Maria ad Martyres, scrigno di cultura bizantina in un crocevia di barbari e santi. A San Giovanni a Piro tra il Santuario di Maria Santissima di Pietrasanta e il Cenobio Basiliano la possibilità di accedere alla villa/museo di Josè Ortega, così voluta e disegnata dallo stesso pittore della libertà.
Ad Avellino e Caserta la faranno da padrone i borghi. Quelli Irpini di Bisaccia e Rocca San Felice con visite al Castello ducale o alla Chiesa maggiore, quello casertano di Arienzo, con le chiese e i monasteri di SS Annunziata e Sant’Agostino. Ad Aversa si potrà essere accompagnati alla scoperta della chiesa Normanna di San Giovanni Evangelista, del 1140.
Benevento propone un itinerario nella storia del cristianesimo, portandoci alla scoperta della chiesa di Sant’Ilario, a Port’Aurea, costruita tra i secoli VII e VIII, in cui attraverso una serie di proiezioni sarà possibile rivivere le imprese storiche dell’imperatore Traiano. Il Monastero di Sant’Agostino del 1300, che si crede costruito sul tempio di Iside.
Per la visita ai beni è previsto un contributo minimo di tre euro.
Alcuni beni sono accessibili solamente agli aderenti al FAI, mentre per altri è prevista una prenotazione.
Per i percorsi che prevedono camminate o brevi escursioni è consigliabile indossare vestiti e scarpe comode. Per i dettagli, gli orari e gli approfondimenti su ogni luogo si rimanda alla pagina ufficiale FAI dedicata alle aperture in Campania.
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