Dal consigliere comunale, architetto Gaetano Troncone,
presidente Commissione consiliare “Diritti e Sicurezza” riceviamo e volentieri pubblichiamo

In attesa delle decisioni che scaturiranno dal prossimo consiglio comunale monotematico su Bagnoli, previsto per il 18 aprile, vorrei dare qualche informazione ai cittadini su alcuni aspetti urbanistici e regolamentari riguardanti la questione, segnatamente, come ricostruire il Museo di citt  della scienza e se sia opportuna, o meno, la sua delocalizzazione.

Va precisato che il comune avrebbe, in realt , gi  deciso sulla questione, poich l’accordo di programma stipulato in passato tra fondazione IDIS, Regione Campania e Comune di Napoli prevede che il museo resti li fino alla met  del XXI secolo (altri 50 anni!)

Pertanto, la fondazione IDIS, proprietaria dei suoli, potrebbe fin d’ora procedere alla ricostruzione in virtù del nostro regolamento edilizio, poich il museo costruito con capitale pubblico-privato su suolo privato è stato realizzato sulla base di un progetto in linea con il PRG allora vigente, con l’approvazione della soprintendenza BB.AA.AA. nel 1994, mentre il PUA che ne prevede la delocalizzazione, predisposto nel 2005, scadr  tra poco, nel 2015.

Per di più, il museo della Scienza ricade all’interno di manufatti considerati tra le prime testimonianze di archeologia industriale ex Vetrerie Lefvre (1853), sito inserito nell’elenco delle “Opere di rilevante interesse storico-artistico 1945-2005 dal Ministero BBAAAA-DARC / Soprintendenza BBAAAA Napoli e Provincia”.

Ciononostante, qualcuno ritiene che dopo l’attacco criminale rivolto all’intera citt  con l’incendio sia andato in fumo anche l’accordo di programma, dimenticando, evidentemente, che sopravvivono le mura perimetrali, il planetario, limitate parti della copertura, la Sala Galileo, la Ciminiera, i serbatoi d’acqua piovana, di circa 4.000 mc., e i locali impianti in sottosuolo. L’incendio ha riguardato, in realt , solo dell’intero complesso della citt  della scienza.

Detto ciò, mi sembra davvero impraticabile l’ipotesi della delocalizzazione, come dimostra il fatto che finora nessuno ha saputo proporre una concreta alternativa su dove delocalizzare i 72.000 mc del museo, dando almeno una minima previsione dei tempi, e considerando la sorte di quei 100 lavoratori che finiranno col perdere il posto di lavoro al termine della cassa integrazione in deroga!.

Infine, attualmente si deve escludere una delocalizzazione in prossimit  del sito, per la mancata bonifica che ha determinato il sequestro dei suoli da parte della magistratura.

Sulla questione presenterò al prossimo consiglio comunale un ordine del giorno dove chiederò che il museo venga ricostruito com’era e, soprattutto, dov’era, perch è l’unica soluzione praticabile, in linea con i regolamenti e le leggi vigenti e ritengo che la politica non deve e non può forzare una decisione come questa, soprattutto a seguito di uno scellerato atto criminale, complicando le cose e allungando enormemente i tempi, dandola cos vinta a chi ha deliberatamente attentato contro la nostra citt .

In foto, Citt  della Scienza "spenta" dall’incendio (scatto di Violetta Luongo)

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