Vesuvio che distrugge e poi crea, Vesuvio oleografico, Vesuvio celebre eppure ancora sconosciuto in certi suoi angoli nascosti, dove la lava continua a evolversi trasformandosi in opera, tra le mani dell’artista.
Dall’ottobre 2005 lungo il versante orientale si susseguono le sculture è Creator Vesevo, il museo a cielo aperto che ospita dieci nomi di fama internazionale chiamati a raccolta dal direttore artistico Jean-Nol Schifano (cittadino onorario di Napoli dal ’94) per dare forma alla materia vulcanica. Sono Miguel Berrocal (Spagna); Mark Brusse (Olanda); Lello Esposito (Italia); Alexandros Fassianos (Grecia); Johannes Grützke (Germania); Dimas Macedo (Portogallo); Denis Monfleur (Francia); Rr (Islanda); Antonio Segu (Francia-Argentina); Vladimir Velickovic (Francia-Yugoslavia) e il risultato è sorprendente le opere sembrano scolpite direttamente nella montagna, come se un’eruzione avesse generato l’arte.
Sculture lungo la colata dunque, e ora anche tra le pagine di un libro che raccoglie gli scatti del fotografo Alain Volut – francese di nascita ma napoletano d’adozione ormai da vent’anni. Volut ha seguito dal primo passo la genesi di questa inedita collezione d’arte a cielo aperto, dando vita a un testo dal titolo Creator Vesevo (Ed. Gallimard, 130 pagine; 29€).
L’opera sar presentata venerd 31 ottobre alle 17.30 nella sala Rari della Biblioteca Nazionale di Napoli in un incontro moderato da Ciro Cacciola a cui parteciperanno Alain Volut, Nino Daniele, Lello Esposito (autore di una delle sculture), Jean-Nol Schifano e Mauro Giancaspro (direttore della Biblioteca nazionale).
In copertina campeggia l’immagine del “Torso del Vesuvio” di Miguel Berrocal, scomparso nel maggio del 2006, lungo le pagine il progetto è raccontato da Jean-Nol Schifano (che ha curato anche i profili degli autori) e dall’introduzione del sindaco di Ercolano, Daniele. L’opera si colloca a met strada tra il libro d’artista per la bellezza delle immagini e narrazione fotografica che cattura e restituisce al lettore la metamorfosi del luogo. Pagine in tre lingue, francese, italiano e inglese.
“Di solito il fotografo immortala opere gi compiute spiega Volut in questo caso invece ho avuto la possibilit di seguire la genesi del progetto e quindi di descriverla mostrando al pubblico cosa c’è dietro ciascuna creazione”.
Non un semplice catalogo dunque, ma un invito alla scoperta e alla curiosit “Per me è stata un’emozione forte prosegue il fotografo venire a conoscenza di uno scenario che non immaginavo, quello delle cave di lava del Vesuvio estratta per poi essere riconvertita nel campo edilizio. Sono panorami molto particolari ed è un materiale che comporta una lavorazione specifica, affatto agevole. Solo le maestranze del posto sanno come intervenire sulla lava solidificata, con un’abilit e una sapienza che mi hanno impressionato”.
E cos la realizzazione dell’opera d’arte si fa difficile, i blocchi di lava estratti sono enormi e il risultato finale nasconde un incredibile lavoro alle sue spalle e lo stesso vale per il libro. “Anche per me non è stato semplice conclude Volut i blocchi si trovavano in punti diversi della montagna e spostarsi da una cava all’altra comportava uno sforzo concreto”.
Rinviati, per ora, la mostra a Villa Campolieto e il concerto di mandolini previsto in una cava di lava di Terzigno. L’11 dicembre invece, l’appuntamento è a Parigi, con la presentazione del libro all’Istituto italiano di cultura.
Sopra, la foto de "L’antenato" di Vladimir Velickovic. In basso, da sinistra, "Gli occhi del Vesuvio" di Lello Esposito, "Face au Vsuve" di Denis Monfleur e "Totem" di Dimas Macedo